Femu festa pa Lungoni ma no pa li Savoia.
In tutta la Saldigna li Savoia, da candu l’ani datu l’isula, so stati una disvintura pa la jenti: cunsidarati passoni di malsangu, violenti, acciosi e ciàccari. Ancora abannu pa li conti di chissa sciatta è meddhu stassi zitti.
Ma v’è ancora un altu muttiu palchì Lungoni nu pò falli festa.
Undi v’è la turri v’è statu unu di li mumenti più tristi e a lu matessi tempu più impultanti di la istoria salda.
Illu 1802, infattu di la Rivoluzioni Salda (1793-1796), lu nottaiu casteddhaiu Franciscu Cilocco e lu pàrracu di Torralba Franciscu Sanna Corda, cu un taddholu d’omini sbalchèsini da la Còssica in Gaddhura pa fanni pisà la jenti contr’a li Savoia e pa pudè fa la Repùbblica Salda indippindenti.
Dapoi d’aè presu li turri di l’Isola Rossa e d’Ignola riscìsini a piddhà ancora chidda di Lungoni; ma siccomu Petru Mamia li trampesi, li scupièsini, nu arièsini nemmancu li agghjuti e paldìsini la gherra. Franciscu Sanna Corda murisi diffindendi la turri e più mal’ancora è stata la molti di Franciscu Cilocco chi murisi in Tàttari dapoi d’esse statu straziatu più d’una olta, e chiddhu straziu postu a fracicassi d’innanz’a tutti comu ammentu pa chiddhi c’arìani ulutu ribbiddassi.
Cu chissu agabbèsini li ribeddhi di la nazioni salda contr’a li Savoia.
Tandu Franciscu Maria Magnoni chi nu l’arriscia d’assuità li banditi chi v’èrani di chiddhi tempi in Lungoni, fundesi Santa Teresa.
Lungoni ha un’istoria abbeddhu longa, finza da la pristoria , v’è ancora lu casteddhu di Elianora d’Arbarèe. Nu ha bisognu celtu di fassi manna fendi la palti di chiddhi chi fossi so li pegghju cunquistadori di la Saldigna
Femu festa a lu paesi ma ammintèndici tutta l’istoria e no solu una palti
Femu festa punendi menti a ca semu e cal’èrami
Femu festa ill’ammentu di Cilocco, Sanna Corda e di chiddi chi so molti pa libbarà la Saldigna.
Turremu a piddhà chiddhu ch’era lu passatu nostru
iRS-Gadhura
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TESTO IN ITALIANO
Festeggiamo Lungoni ma non i Savoia
Santa Teresa ha una lunga storia che affonda le sue radici in epoca preistorica, come dimostrano gli importanti monumenti presenti nel suo territorio. Il castello di Eleonora d’Arborea è un’altra testimonianza della profondità delle radici di questo paese.
Per gli abitanti di S. Teresa di Gallura festeggiare la fondazione della propria città è un momento di affermazione della propria identità e del senso di appartenenza alla terra in cui vivono.
S.Teresa non ha bisogno di nobilitare sé stessa schierandosi dalla parte dell’ultimo, e forse peggiore, dei conquistatori, visto che vanta una tradizione e una storia di gran lunga più antiche dell’avvento della conquista sabauda.
In tutta la Sardegna i Savoia sin dai tempi della loro acquisizione dell’isola hanno rappresentato per il popolo: malgoverno, disprezzo e addirittura brutale repressione. Persino sulle recenti “imprese” dei degni eredi della famiglia reale italiana è meglio stendere un velo pietoso, non ultime le affermazioni dell’ultimo erede di casa Savoia sui sardi, che tutti ben ricordano.
Ma c’è un motivo in più per cui Santa Teresa non può in alcun modo rendere omaggio alla dinastia sabauda.
Presso la torre del paese infatti si svolse uno dei momenti più tragici e allo stesso tempo eroici dell’intera storia sarda.
Nel 1802 il notaio cagliaritano Francesco Cilocco e il parroco di Torralba Francesco Sanna Corda con un pugno di uomini sbarcarono dalla Corsica in Gallura al preciso scopo di provocare un’ampia insurrezione che potesse favorire la nascita della Repubblica Sarda indipendente a discapito dell’odiato regno savoiardo. L’iniziativa del Sanna Corda seguiva di qualche anno la durissima repressione del triennio rivoluzionario sardo (1793-1796). Protagonista di quegli anni era stato Giovanni Maria Angioy, del quale il parroco di Torralba si dichiarava delegato oltre che «rappresentante della sarda nazione».
Dopo essersi impadroniti delle torri costiere di Isola Rossa e Vignola i repubblicani riuscìrono ad impossessarsi anche di quella allora detta di Longonsardo ma il tradimento del bandito Pietro Mamia e il mancato arrivo dei rinforzi condussero i rivoluzionari alla sconfitta. Francesco Sanna Corda morì difendendo la torre, mentre persino peggiore fu la sorte del Cilocco il quale fu più volte orrendamente torturato prima di essere giustiziato a Sassari e i suoi resti esposti come monito.
Quello conclusosi a Santa Teresa fu l’ultimo tentativo di liberazione nazionale dalla tirannia sabauda.
A seguito di questi fatti i Savoia su sollecitazione dell’ufficiale Francesco Maria Magnon trasformarono nel 1808 in un vero centro abitato quello che era un presidio militare atto a controllare la zona con modalità di dominazione coloniale.
Festeggiamo il paese, ma ricordandoci tutta la storia e non solo una parte.
Festeggiamo dando un senso al nostro presente.
Festeggiamo nel ricordo di Cilocco, Sanna Corda e degli anonimi repubblicani morti per la Sardegna.
Riappropriamoci del nostro passato.
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Isgàrrica s’artìculu: 2008-08-11 – Santa Teresa. Iniziativa culturale e politica di iRS
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