Sulle servitù militari in Sardegna, è chiaro a tutti che il nodo è politico.
L’accordo sottoscritto dal PD di Soru e Parisi il 26 Settembre del 2008 sull’ampliamento aerospaziale del Poligono Interforze del Salto di Quirra in cambio del ridimensionamento di Teulada e Capo Frasca, vede oggi nella proposta-rilancio dell’on.
Scanu in Senato il silenzio assenso del centro destra, perché la scienza che fa coincidere il civile con il militare è bipartisan, ed è pure “benedetta”.
E’ giunto così al dunque il progetto del corridoio aereo Decimomannu-Perdasdefogu per l’uso dei Droni volanti (Unmanned Air Vehycle), non quelli che fanno ricerca archeologica in territori impervi, ma quelli che utilizzano CIA e NATO.
Sono gioielli capaci di eliminare i terroristi di Al Quaeda spesso radendo al suolo villaggi e scuole inermi, pilotati dal Nevada nella Creech Air Force Base di Indian Spring da diciottenni con le stellette alla consolle.
I robot senza pilota sono in grado di rimanere oltre venti ore nelle zone operative: in quel 2008 la Difesa italiana stipulava un contratto di 330.000 milioni di dollari per quattro Reaper armati, mentre sul versante Pakistano gli americani colpivano in più di trenta casi, uccidendo figure di rilievo dei quadri quaedisti.
Giocattoli civili o letali, che fanno rumore solo quando decollano e poi non si vedono più e non si sentono, apparecchi della guerra telecomandata per cui bastano nove mesi di addestramento contro i diciotto per un pilota di Caccia.
L’uso dei Droni volanti in Sardegna, in quest’ultima tornata elettorale è entrato nel programma dell’ex sindaco di Perdasdefogu, forte della Pista Tattico-Polifunzionale già in cantiere per due kilometri e mezzo, e non ancora attiva sulla piana del Cardiga. Ma anche all’interno dei localismi più vincolati dalle servitù, meglio si comprende oggi quali esiti comporta la non conoscenza dei problemi degli altri, dal sardo più limitrofo al bambino afghano.
Questo PD cerca di accontentare un po’ tutti: manterranno un pugno di posti di lavoro gli operatori della Vitrociset o la Galileo Avionica e gli addetti alle pulizie ancora senza stipendi, mentre accordi tra Multinazionali, tra cui Finmeccanica con i carrelli di diagnostica e monitoraggio dei Caccia USA, avranno libero accesso nel Poligono Interforze più grande d’Europa, come ancora ce l’hanno i carri armati a Teulada o i vettori spaziali a Capo San Lorenzo.
Di servitù militari si tratterà e si tratta nel presente, perché il COMIPAR, Comitato misto paritetico civili e militari in Regione, non si è presentato nella seduta di rinnovo degli addestramenti fino a Dicembre.
Un altro rinvio, un braccio di ferro che però non ha mai prodotto l’interruzione delle esercitazioni e delle sperimentazioni nelle basi sarde.
Questa è la miseria di una sottomissione politica incapace di applicare come passo di sovranità quel Principio di Precauzione sancito dai protocolli internazionali come immediata salvaguardia della nostra salute.
Nel nome di questa e della dignità nostra, è grazie al lavoro della società civile, dei Comitati e dei movimenti indipendentisti come iRS che la Procura di Lanusei ha smosso le responsabilità ora a giudizio per venti indagati sul caso Quirra.
La politica bipolare sarda attraverso l’on. Scanu ha semplicemente disposto su un piatto d’argento l’accordo sul risparmio economico della Difesa italiana in cambio di altri segreti militari e di altri segreti industriali.
In sintesi le proposte e le indicazioni della sua Commissione in Senato hanno parlato chiaro anche sui ruoli operativi:” individuare nell’ambito dello Stato Maggiore della Difesa ed eventualmente degli Stati Maggiori di Arma, le funzioni preposte alla programmazione, al coordinamento ed all’attuazione delle bonifiche dei poligoni di tiro” e “impegnare il Governo all’inserimento a partire dalla prossima Legge di stabilità 2013 di un congruo ed adeguato finanziamento pluriennale dedicato alle opere di bonifica dei poligoni militari”.
Noi crediamo sia prioritario esprimersi seriamente sul rapporto Regione sarda- Stato italiano, quantificare il danno creato dalla presenza delle servitù nell’isola, avviare un piano generale di riconversione adeguato alla nostra economia comprese le bonifiche da noi guidate e controllate e da loro pagate, senza svenderci per un piatto di lenticchie avvelenate.
Per ora, ciclicamente, procederanno le puntate giudiziarie sugli indagati, che come febbri malariche, richiameranno la nostra attenzione e la nostra indecenza.
Bettina Pitzurra – Esecutivu Natzionale iRS