La procedura con cui il Ministero dei Beni Culturali ha affidato la concessione degli scavi alla ditta Archeosistemi di Reggio Emilia è corretta dal punto di vista normativo ed è stabilita nel Codice Urbani mediante gli articoli 88 e 89. Attualmente gli scavi disciplinati con tale iter sono circa cinquecento in tutta Italia. Il comma 1 dell’articolo 89 del Codice Urbani recita che “Il Ministero può dare in concessione a soggetti pubblici o privati l’esecuzione delle ricerche e delle opere indicate nell’articolo 88 ed emettere a favore del concessionario il decreto di occupazione degli immobili ove devono eseguirsi i lavori “. In base a questa norma la Regione Sardegna potrebbe diventare autorità di gestione dell’area degli scavi.
Inoltre, sempre la RAS, potrebbe acquistare i terreni circostanti i lavori in modo da diventare automaticamente parte in causa nel caso di eventuali allargamenti dell’area archeologica. L’attuale aera degli scavi è di circa trecento metri quadri e l’eventuale acquisto da parte della RAS dovrebbe essere di seimila e cinquecento metri quadri in quanto altre statute potrebbero essere presenti nell’area perimetrale circostante.
iRS porterà avanti queste due proposte. La vicenda dei Giganti pone un problema fondamentale a tutto il popolo sardo, ovvero dove risiede la sovranità del patrimonio archelogico della Sardegna? Chi deve governarlo? Cagliari o Roma?
iRS sostiene che debba essere il Parlamento sardo l’organo preposto alla governance del patrimonio culturale isolano. Per tale ragione questa vicenda non è che l’ennesimo esempio che mostra come l’Isola necessita di maggiore sovranità. Solo in questo modo potremmo tutelare le competenze locali, i giovani archeologi sardi e le imprese coinvolte in questo importantissimo settore. Portando in Sardegna le migliori intelligenze in materia e creando una rete di aziende capaci di creare posti di lavoro.
iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna