Sa Sardigna no est unu muntonarzu
Testo redatto da Su Cuncordu pro s’Indipendèntzia de sa Sardigna in occasione del blitz de Comando Amsicora che vide gli indipendentisti scaricare in Piazza Montecitorio a Roma, davanti al Parlamento italiano, pacchi di immondizia e scorie chimiche.
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Fino ad un cinquantennio fa una delle forme della violenza dello Stato Italiano in Sardegna si concretizzava nello sfruttamento delle risorse ambientali del nostro territorio: distruzione dei boschi trasformati in traversine ferroviarie italiane e sfruttamento delle materie prime.
Parte di quel territorio spogliato sarebbe divenuto buono, prima per speculazioni, oggi per clientelarismi “da rimboschimento”.
Successivamente, la necessità di spazi estesi su cui dislocare le produzioni inquinanti dell’industria chimica e petrolchimica ha fatto sì che la colonizzazione si trasformasse in ciò che siamo soliti definire come “processo di industrializzazione”.
Oggi assistiamo al passaggio ad una società post-industriale.
Mentre sulle coste la santificazione di uno sviluppo turistico senza scrupoli si affianca a processi di speculazione e cementificazione, lo Stato Italiano, con la complicità della classe dirigente unionista-autonomista isolana e con la preoccupante acquiescenza di molti sardi, ha pensato ad un altro tipo di subdolo utilizzo degli immensi spazi presenti in Sardegna: discariche.
Ogni giorno decine di vagoni e container sbarcano in Sardegna per vomitare sul nostro territorio, nelle viscere della nostra Terra, nelle nostre falde acquifere e nei nostri fiumi tonnellate di rifiuti tossici da smaltire e stoccare seminando morte e malattie tra la popolazione e gli animali.
Immondezzai abusivi, discariche e impianti di smaltimento sbocciano rigogliosi su tutto il nostro territorio nazionale accogliendo non solo i rifiuti tossici prodotti dai sardi ma anche quelli stranieri importati da italiani, francesi, spagnoli, eccetera.
In realtà, ancora una volta, è la nostra stessa dignità ad essere negata, la nostra possibilità di essere creatori del nostro futuro.
Così come in passato la distruzione dell’ambiente e del nostro modo di rapportarci ad esso ha rappresentato un attacco esplicito alla cultura del nostro Popolo, così oggi, sebbene in forme diverse, si assiste ad un’azione umiliante per noi e per la nostra Nazione, vergognosa per chi la compie o se ne rende complice.
Solamente l’Indipendenza, intesa come rinnovata presa di coscienza delle nostre responsabilità collettive e del nostro profondo e personale legame con la nostra Terra (Sardigna&Mundu), può creare le condizioni per fermare questo ennesimo sopruso subìto e tuttavia finora non adeguatamente contrastato da noi sardi stessi.
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Isgàrrica s’artìculu: 2001-05-06 – Sa Sardigna no est unu muntonarzu
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