Aree Minerarie: iRS sulla cessione delle miniere nelle regioni Sulcis e Campidano

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15 giugno 2006

Il territorio della Sardegna è per i Sardi uno dei patrimoni più preziosi, è un bene di valore inestimabile da custodire o di cui riappropriarsi, al fine di un utilizzo ponderato e per il bene collettivo, di tutti. Notiamo però che la constatazione secondo la quale i Sardi dovrebbero utilizzare il proprio patrimonio ambientale per costruire la propria economia e il proprio divenire viene stravolta e negata da chi spesso la invoca a livello teorico.

Succede anche ora, con la cessione a titolo definitivo di 647.000 metri di terra di Sardegna. Vale a dire con una rinuncia senza possibilità di marcia indietro alla gestione diretta del proprio territorio.

Già sfruttata dall’economia pastorale e agricola, già sfruttata per i suoi minerali dalla ferocia dell’homo economicus, ora in cerca di finanzieri internazionali pronti a restituirle dignità: questa la strana vicenda di un ambiente tanto prezioso da essere alla fine ceduto ad un prezzo che suona peraltro irrisorio.

Crediamo che la dignità, oggi e come sempre, alla Sardegna la debbano dare i Sardi, e che debbano essere loro i legittimi aspiranti a poter custodire e valorizzare in modo propositivo il proprio patrimonio. Nessuno nega la bontà della cooperazione internazionale: ma è evidente che cedendo il proprio territorio a terzi si nega a se stessi la possibilità di operare su di esso e dunque di cooperare con altri. Semplicemente ci si elude da ogni gioco.

Non ci si scordi del resto che in quelle centinaia di ettari e migliaia di metricubi di rovine si è consumata l’esistenza di migliaia e migliaia di persone, e che lì quanto negli altri siti minerari delle regioni sulcitane e campidanesi ancora risiedono e soffrono quelle generazioni con i figli e i nipoti, con le loro tristi condizioni di invecchiamento, disoccupazione, abbandono scolastico.

La Regione Sardegna sbaglia a non considerare i Sardi come investitore ideale su cui puntare, ancor di più su territori che hanno una storia di persone, di legami sociali, di tessuto economico, che non ritroverà la sua dignità, o la sua riqualificazione, con villaggi vacanze e residence di lusso posseduti da stranieri e per stranieri.

È necessario considerare, e ripetiamo considerare, le centinaia di studenti e universitari del Guspinese, Arburese, e di tutte le regioni del Sulcis e del Campidano, come coloro sui quali investire in conoscenza e in cultura del “fare”, tanto da farli divenire attori partecipi di quel processo di riconversione di un’economia, di un’identità, di un percorso storico, di un ambiente di cui sono custodi e di cui devono essere protagonisti.
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Isgàrrica s’artìculu: 2006-06-15 – Aree Minerarie. iRS sulla cessione delle miniere
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