La mancata “rappresentanza sarda” nel Governo italiano crea sconforto e malumore nei partiti autonomisti sardi. Su questo tema pubblichiamo le opinioni di due componenti dell’Assemblea Nazionale di iRS: Giùliu Kerki, rappresentante di iRS-Disterru e Marco Fadda, rappresentante di iRS-Sulcis Iglesiente.
THE DAY AFTER
IL GIORNO DOPO LE ELEZIONI
di Giùliu KERKI
Sardegna, Maggio 2008, i politici sardi del centro-destra e del centro-sinistra sardisti piangono, si sentono abbandonati da mamma Italia, non si sentono stimati: nessun rappresentante sardo nel Governo italiano salvo uno.
A lungo i paggetti del Cavaliere hanno sperato in un dicastero che non è arrivato poi hanno sperato – invano, come abbiamo visto – in un posto da vice, in un posticino da sotto-sottosegretario. Neppure questo è arrivato. Adesso attendono che si guasti la lavatrice a villa Certosa per essere assunti come elettrodomestici.
Calvisi (Pd) dice che si aspetta cose ben peggiori da questo Governo. Il peggio non finisce mai e Calvisi lo sa bene.
Noi aspettiamo che passino i titoli di coda per scrivere la parola fine a questa tragedia a cui assistiamo inorriditi ad ogni tornata elettorale.
iRS, indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, alla vigilia delle elezioni italiane disse che non avrebbe partecipato ad un gioco fatto con regole truccate ed ha avvisato i sardi: non andate a votare, questo gioco ha regole studiate per far perdere la Sardegna, sempre.
Per questo oggi, dopo le elezioni, siamo qui a ricordare ai sardi che per l’ennesima volta hanno perso l’occasione per dimostrare che possiamo dettare noi le regole del gioco e che con un po’ di coraggio queste scene potranno non ripetersi in futuro.
iRS, come annunciato, ha già cominciato la sua campagna politica per le elezioni sarde del 2009, le nostre elezioni politiche nazionali. Quelle che chiameranno i sardi a scegliere con il voto, non tra la destra o la sinistra sardiste bensì tra il continuare a frustarsi votando ancora per chi non ci può e non ci deve rappresentare o il trovare la consapevolezza che con le nostre forze, con il nostro coraggio, con la nostra capacità di creare, inventare e fare possiamo posare la prima pietra per il grande edificio della futura Repubblica sarda indipendente.
Sono seicento anni che i sardi si fanno governare da altri, se sono stanchi, se credono di essere come tutti gli uomini della terra, né inferiori né superiori a nessun altro, allora trovino la forza di dire basta.
Noi ci siamo già e li aspettiamo per costruire insieme l’indipendenza del nostro popolo.
Giùliu Kerki
Rappresentante iRS-Disterru
Assemblea Natzionale di iRS
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LA COSCIENZA NAZIONALE DEI SARDI E IL RUOLO DELLA STAMPA
di Marco FADDA
Fa davvero sorridere l’atteggiamento della stampa sarda alla notizia che dopo 10 anni i sardi si ritrovano senza un ministro a rappresentarli al governo italiano.
Forse questo è davvero lo stato d’animo che aleggia tra il popolo sardo? In questo caso si tratterebbe soltanto di una giusta ricompensa per tanta ingenuità, che ha visto per troppo tempo i sardi impegnati nel solito ping pong da uno schieramento italiano ad un altro, illusi dalle solite promesse puramente elettorali, sempre disattese e deluse.
E soprattutto è un bene, visto che quando abbiamo avuto “l’onore” di avere un nostro conterraneo a “rappresentarci” presso lo stesso, ha sempre portato avanti necessità e istanze di molto lontane da quelle del popolo che avrebbe dovuto rappresentare, ma anzi si sono sempre sostenuti a denti stretti i meri interessi dello stato italiano, in virtù di un principio di salvaguardia dell’interesse nazionale italiano.
E troppo spesso il popolo sardo si è ritrovato a mendicare cose che gli sarebbero state dovute per diritto. O ci dimentichiamo l’incapacità di gestire la questione entrate, o la questione rifiuti (con la complicità del governatore Soru), o il sostegno dei “nostri” ministri della difesa che non hanno fatto altro che soddisfare le necessità dello stato italiano e del suo esercito, oltre a quello degli alleati, in un continuo processo di smembramento e distruzione dei nostri territori e delle nostre coste, in una continua guerra virtuale che a noi ha lasciato soltanto tutti gli strascichi dovuti ai residui bellici?
E poi, il popolo sardo si aspettava davvero un reale cambiamento pur vedendo che nelle liste elettorali erano presenti sempre i soliti volti noti, noti soprattutto per il loro menefreghismo nei confronti dei nostri interessi negati?
O forse si tratta semplicemente della solita montatura dei servizi di informazione, che tutto riportano fuorché la verità dei fatti o il reale sentire popolare.
iRS non può che auspicare che da questa ennesima esperienza i sardi finalmente capiscano che per rinascere, tutelare i propri interessi e le proprie istanze e necessità, è necessario camminare con le proprie gambe e contare sulle proprie forze, senza aspettare l’elemosina dello stato italiano e dei suoi “degni” rappresentanti, e si augura che finalmente continui con più energia la presa di coscienza nazionale del nostro popolo, quello sardo, che iRS rappresenta più di ogni altra forza politica che occupa indegnamente le poltrone del potere e spera che i sardi iniziano davvero a impegnarsi attivamente, costruttivamente e proficuamente nel processo di rinascita della nostra terra, in un cammino inarrestabile verso l’indipendenza nazionale, unico mezzo che ci permetterebbe di esercitare appieno e con dignità i nostri diritti e doveri.”
Marco Fadda
Rappresentante iRS-Sulcis Iglesiente
Assemblea Natzionale di iRS
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Isgàrrica s’artìculu: 2008-05-13 – The day after. Ed ora
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