La situazione dell’approvvigionamento energetico della Sardegna è non solo grave e precaria, ma assume anche dei contorni grotteschi e paradossali. iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna intende oggi sollevare la questione del mercato del GPL, il comune gas da cucina in bombole.
L’Autorità Garante per la Concorrenza di recente ha aperto un fascicolo relativo al prezzo del GPL, nell’ipotesi dell’esistenza di un “cartello” creato dai grandi distributori. Tale accordo sarebbe teso a determinare prezzi più alti di quelli di mercato.
Noi, in Sardegna, conosciamo bene le conseguenze di tale presunto misfatto, tanto che proprio sull’Isola si registrano i prezzi più alti in assoluto, se rapportati alle regioni italiane.
Il Garante ha esteso l’inchiesta a tutta Italia, nella convinzione che debba essere avviato un unico procedimento.
iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, in base ai dati derivati da una propria inchiesta, rileva tuttavia altri fattori determinanti sui prezzi al consumo del GPL. Fattori che dovrebbero portare ad una richiesta di procedimento separato, poiché i fatti riguardanti la Sardegna sono di rilevanza giuridica differente rispetto alle “altre” regioni italiane. Mentre in Italia si ha la sola prefigurazione dell’esistenza di un cartello, in Sardegna, per mancanza di diversa fonte energetica paritaria, si prefigura anche quella di una sorta di drenaggio di denaro, sistematico e deliberato, di natura parassitaria e neo-coloniale.
In tutte le regioni italiane è presente la distribuzione del metano come fonte primaria di energia per riscaldamento e cottura, in Sardegna no: quindi a rappresentare la fonte primaria di energia di quel settore di consumo è il GPL in bombole. Tale situazione è resa evidente anche dall’esistenza, solo in Sardegna, di una disciplina particolare tesa ad ammortizzare il costo del GPL, disciplina che, attraverso norme contenute nelle leggi finanziarie varate a partire dal 1998, concede riduzioni dell’accisa sulle bombole vendute in Sardegna e senza distinzione per il suo utilizzo. Questo dato conduce ad una riflessione naturale, ovvero, che il prezzo del GPL in bombole venduto in Sardegna dovrebbe essere inferiore a quanto praticato nelle regioni italiane, visto e considerato che l’accisa concorre alla determinazione del prezzo e di conseguenza rientra nel calcolo totale dell’IVA, diminuendo ancora di più il prezzo finale.
Quanto sopra, pertanto, assumerebbe una rilevanza giuridica molto più grave se fosse riconosciuta l’esistenza di tale cartello.
iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna ritiene che il procedimento riguardante la Sardegna dovrebbe essere scorporato dall’inchiesta che riguarda tutta l’Italia e dovrebbe seguire un percorso a sé, finalizzato a snellire l’inchiesta stessa. La quale, altrimenti, rischia seriamente di diventare elefantiaca e non vedere la fine se non fra molti anni, come spesso accade in questi casi, soprattutto se ad essere parte in causa nel procedimento c’è una società dello stato italiano.
iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna si riserva in ogni caso di agire con qualsiasi mezzo legale, a qualsiasi livello istituzionale (sopratutto in sede europea), e con azioni non violente di sensibilizzazione (come quella effettuata ieri a Sassari), per impedire che il popolo sardo continui a subire una simile, ingiustificabile vessazione.
iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna
Assemblea Nazionale iRS
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Isgàrrica s’artìculu: 2009-02-10 – Azione di iRS per la denuncia del prezzo del gas in Srd
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L’AZIONE
Con una azione a sorpresa svoltasi questa mattina in Piazza Italia a Sassari, iRS ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sullo scandalo del prezzo del gas in Sardegna. In una terra che ospita una delle più grandi industrie europee produttrice di gas il prezzo di questo prodotto raggiunge livelli impensabili. Pubblichiamo la rassegna stampa sull’azione, alcuni video girati dagli attivisti di iTB, un piccolo album fotografico. Tra breve verrà pubblicato il documento ufficiale di iRS sulla questione del gas.
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AREA DOWNLOAD
– Video dell’azione 1
– Video dell’azione 2
– Album fotografico dell’azione
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RASSEGNA STAMPA
L’UNIONE SARDA | 10/02/2009 | di Mariella CAREDDU
Manifestazione a Sassari
Allestito un box in piazza Italia, venduti in mezz’ora 50 “pezzi” a 18 Euro.
L’accusa di Gavino Sale
La provocazione del leader indipendentista: “l’inter comprata a Moratti dai sardi”.
BOMBOLE DEL GAS A PREZZO DIMEZZATO.
IRS CONTRO LA SARAS: PERCHÉ IL GPL IN SARDEGNA COSTA DI PIU’
“L’Inter a Moratti gliel’abbiamo comprata noi sardi con i soldi del gas”. Gavino Sale la butta sullo scherzo per riassumere una questione che uno scherzo non è. Le bombole di gpl per i sardi sono sempre più costose. Nell’Isola bisogna sborsare in media 35 Euro per un bombolotto da 15 chili, contro i 19 Euro di Palermo e i 16 di Livorno.
Per combattere il caro prezzi, iRS (Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna), ha messo su una rivendita in piazza Italia, al centro di Sassari. Alle 11 si sono messi al lavoro: cinque minuti per scaricare i bomboloni dal furgone bianco, allestire lo stand e improvvisarsi banditori. In mezz’ora hanno fatto fuori 50 bombole da 15 chili ciascuna.
Nessuno dei clienti occasionali si è fatto troppe domande, ma il motivo di tanto clamore, Gavino Sale lo vuole spiegare lo stesso: in piedi, oltre un tavolino di plastica bianca, prende la parola proprio sotto la statua di Vittorio Emanuele. “Vorrei sapere perché il gas prodotto dalla Saras di Moratti negli stabilimenti sardi, costa 120 Euro in più alla tonnellata rispetto a quello delle altre raffinerie d’Italia. Abbiamo confrontato il listino con quello della Sud Gas che opera in Toscana, Lazio e anche a Napoli. Queste bombole ce le hanno vendute loro, a 18 Euro ciascuna. In Sardegna costano molto di più. Vorremmo maggiore attenzione da parte della magistratura, ma sappiamo che ora c’è un’inchiesta su quella che si potrebbe definire una rapina al popolo sardo. Era ora, ma non basta”. I passanti non ci hanno pensato su troppo a lungo, vedendo quei prezzi stracciati marchiati sui contenitori del gas con una bomboletta spray ne hanno voluto approfittare.
Telefonino alla mano, qualche marito ha chiesto l’approvazione della moglie a casa. “Qui stanno vendendo bombole a metà prezzo. Cosa ne dici ne compro una?”, poi se le sono caricate sulle spalle e hanno portato via l’affare.
“Io a casa ne consumo una al mese, se possiamo risparmiare è meglio, o no?”, si chiede Costantino Pais, pensionato sassarese, mentre rimette in tasta il portafogli e afferra il collo della bombola blu. I ritardatari hanno dovuto rinunciare, perché qualcuno sapendo dell’iniziativa ha prenotato in anticipo le bombole low-cost. E così, intorno a mezzogiorno uno dei promotori dell’iniziativa, raccoglie fogli e foglietti, risale a bordo del furgone e va a fare le consegne a domicilio.
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LA NUOVA SARDEGNA | 10/02/2009
Blitz di iRS in piazza Italia a Sassari
BOMBOLE A META’ PREZZO.
SALE: CI DICANO PERCHE’ QUI IL GAS E’ PIU’ CARO
Sassari. Il blitz è stato meno spettacolare di altri di iRS, ma ha colto nel segno. Qualcuno è anche andato via da Piazza Italia con la bombola del gas sottobraccio: il prezzo era davvero invitante e l’occasione da non perdere. Peccato solo per il fatto che piazza Italia non sia raggiungibile in auto, altrimenti di quelle 50 bombole piene di gas messe in vendita a 18 Euro (Come in Toscana, ha precisato il leader di iRS e candidato governatore Gavino Sale) non ne sarebbe rimasta neppure una. L’obiettivo era dimostrare che in Sardegna si paga il gas più caro che in qualsiasi altra regione. “Non ci vogliono spiegare perché a noi sardi – incalza Sale – una tonnellata di gas che esce dalla Saras di Cagliari costa 120 Euro più che agli altri”.