No a su Sole nucleare.
No a sa Terra nucleare.
«Scajola promette: sconti in bolletta nei Comuni che accettano il nucleare»
La Repubblica 29/05/2008
«Centrali nucleari, avanza l’ipotesi Cirras»
La Nuova Sardegna 23/06/2008
«Entro l’anno le procedure per scegliere i siti»
Il ministro Scajola conferma l’opzione strategica del governo sul nucleare
La Nuova Sardegna 01/07/2008
«Asinara, l’ombra di una centrale nucleare»
L’Unione Sarda 18/11/2008
«Patto Italia-Francia per l’energia nucleare»
Il nostro Paese costruirà quattro nuove centrali entro il 2020
L’Unione Sarda 25/02/2009
«Il prossimo titolo lo potreste decidere voi»
Molti segnali sono stati mandati, ma pochi li hanno ascoltati.
Il primo allarme arrivò nel 2003 quando il governo Berlusconi propose di stoccare in Sardegna le scorie radioattive provenienti della dismissione di vecchie centrali nucleari. Solo una sollevazione popolare scongiurò quella sciagura.
Oggi con l’approvazione della legge 133 del 6 agosto 2008 il governo italiano si prepara alla reintroduzione del nucleare.
L’articolo 14 della legge 133 dice: «Il governo è delegato ad adottare, entro il 30 giugno 2009, uno o più decreti legislativi… per la disciplina della localizzazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare nonché dei sistemi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi e del materiale nucleare nel territorio nazionale, e per la definizione delle misure compensative da corrispondere alle popolazioni interessate».
La delega è esercitata attraverso la «possibilità di dichiarare i siti “aree di interesse strategico nazionale” soggette a speciali forme di vigilanza e protezione».
Si riporta di seguito un estratto del verbale della seduta del Senato “Parere alla X Commissione” nel giorno in cui si discusse la già citata legge: «Nessuno chiedendo di intervenire, il presidente Dini, verificata la presenza del numero legale per deliberare, pone quindi in votazione la proposta del relatore di esprimere un parere favorevole sul disegno di legge. La Commissione approva.»
La legge fu approvata senza che nessuno – rappresentante della destra o della sinistra italiana- si pronunciasse.
iRS è dell’opinione che la scelta della strategia energetica di un territorio faccia parte delle decisioni politiche che devono essere prese in modo democratico, col coinvolgimento popolare.
Le scelta di una qualsiasi soluzione incide inevitabilmente sulla vita quotidiana dei singoli.
iRS rimane fuori dai giochi psicologici imposti da chi vuole rassicurare o terrorizzare il cittadino “spettatore” con l’inganno della sicurezza da una parte e del caro-bolletta dall’altra.
iRS si attiene ai dati di fatto.
COMBUSTIBILE
La produzione di energia con la fissione nucleare avviene tramite l’utilizzo dell’uranio.
Oggi i combustibili più utilizzati sono il petrolio, il carbone e il gas naturale.
Quanto dureranno ancora? 30, 40, 50 anni? Non ci interessa saperlo con certezza. Sappiamo che tra 100 anni non saranno più disponibili le fonti principali. Il nucleare sarà in grado di sostituirle considerando che anche l’uranio è un elemento non rinnovabile?
IMPATTO
Oggi esistono nel mondo circa 490 centrali nucleari. Ancora non è stato trovato un modo sicuro per stoccare le scorie radioattive prodotte.
E’ stato calcolato che il loro tempo di attività è di 100.000 anni. Potremmo metterle in qualsiasi contenitore, ma possiamo star certi che nulla rimane chiuso e al sicuro per un tempo del genere.
Questo tipo di centrale necessita di una grandissima quantità di acqua e anche se producono una limitata quantità di gas serra, ne viene emessa una quantità enorme durante i processi a monte per la lavorazione del combustibile necessario.
Come risolvere questi problemi?
FATTIBILITÀ
La quantità di energia elettrica prodotta con fonti non rinnovabili (petrolio, carbone e gas naturale) è 20 volte superiore al contributo del nucleare. Sostituire tale quantità con il nucleare significherebbe costruire 2 centrali alla settimana per i prossimi 4/5 decenni.
Il nucleare è – tra le energie non rinnovabili – quella più dispendiosa. Dove è il risparmio?
KNOW-HOW
In Sardegna – e tanto meno in Italia – non esistono competenze su tale materia, non c’è uranio e neppure industrie per la sua lavorazione. Questo lo si può dedurre facilmente leggendo il testo del recente accordo con la Francia.
La dipendenza dai paesi esteri rimarrebbe intatta. Che politica è?
PROPOSTA
iRS si impegna coerente al suo fondamento politico a garantire l’elaborazione di strategie economiche ed energetiche atte a porre la Sardegna in posizione privilegiata in Europa e nel mondo con proposte moderne e condivise, realmente innovative e sicure, al di fuori del business momentaneo, ma con uno sguardo attento all’imminente futuro.
Il mondo ha bisogno di 20 TWh. L’energia solare irradiata sulla Terra è 10.000 volte superiore a tale numero. In Sardegna abbiamo bisogno di circa 1Gw. Basterebbe una porzione di territorio di 6 x 7 km per raggiungere l’indipendenza energetica dell’Isola sfruttando l’energia solare.
Tutto ciò che investiremo oggi sulle energie rinnovabili ci ritornerà tra 10 o 20 anni centinaia di volte in più quando il solare diverrà una tecnologia alla portata di tutti.
Allora perché investire in tecnologie obsolete quando abbiamo la possibilità di diventare esportatori di conoscenza e tecnologia futura?
iRS chiede che la Regione Autonoma Sardegna legiferi sul divieto di passaggio o stoccaggio di materiale nucleare sull’intero territorio sardo e la conseguente denuclearizzazione dell’intera Isola.
TzdE Energia e Ambiente
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Isgàrrica s’artìculu: 2009-03-03 – Energia e Nucleare. iRS presenta ”Lìbera e Lìmpia”
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