18 giugno 2009
IL FATTO
Apprendiamo dai giornali che la Corte dei conti ha bocciato la soluzione del Consiglio regionale sulle anticipazioni delle entrate. Si tratta di quel meccanismo che prevede di anticipare nei bilanci annuali sardi i 5 miliardi di Euro che lo Stato italiano deve alla Sardegna attraverso rate da 500 milioni all’anno. A tale decisione la giunta Cappellacci risponde con una decisione assurda: far crescere ancora di più il debito della Sardegna ricorrendo ancora una volta al sistema dell’indebitamento, ipotecando il futuro dei sardi.
LA STORIA
Lo Stato italiano, per 12 anni, non ha versato alla Sardegna e ai sardi le imposte che ci spettano per Statuto: in poche parole, lo Stato italiano ha trattenuto illecitamente circa dieci miliardi di euro dei sardi.
Dopo la denuncia di tale fatto evidenziata più volte da iRS il governo regionale di Soru si impegna a verificare la segnalazione e porta ufficialmente allo scoperto ciò che tutti sapevano ma non volevano ammettere: l’Italia deve alla Sardegna circa 10 miliardi di euro.
Davanti all’apertura della cosiddetta “vertenza entrate” il governo italiano, in un primo momento di centro destra, dice chiaramente, tramite il suo ministro delle finanze Tremonti, che i sardi si sono svegliati troppo tardi, il che equivale a dire “ormai vi abbiamo fregato”.
Caduto il governo di centrodestra, sale al governo il centrosinistra che, tramite il sottosegretario alle finanze Letta, ci fa sapere che è vero, si sono fregati i nostri soldi.
Soldi, è giusto ricordarlo, che sono dei sardi e spettano ai sardi per l’ordinaria amministrazione, ovvero per il finanziamento dei servizi essenziali della comunità.
Soru, senza averne il potere, in quanto, come appena ricordato, si parla di soldi per l’ordinaria amministrazione, “patteggia” la cifra che lo Stato ci deve rendere dimezzandola del 50%, portandola a 5 miliardi di Euro (la metà di quanto ci spettava) e con l’impegno da parte del governo italiano di renderci la somma a rate di 500 milioni all’anno.
La giunta Soru, confidando in questa restituzione, ha iscritto a bilancio i 500 milioni di euro per gli anni a venire anticipandone l’entrata, ci contava anche la giunta guidata da Cappellacci. La Corte dei Conti però cassa il provvedimento, cosicché la regione sarda si ritrova senza copertura per un miliardo. L’esecutivo sardo non trova altra soluzione che ricorrere nuovamente al sistema creditizio bancario, l’unico meccanismo di politica economica che questa classe politica sa concepire. La Regione accenderà un mutuo da 1 miliardo di euro. La conseguenza diretta, anche a causa degli ingenti interessi che peseranno sulle nostre spalle, è che i sardi diventano sempre più un popolo indebitato.
LA DENUNCIA
iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna rifiuta categoricamente questo sistema castrante per tutta l’economia sarda. Un sistema che ipoteca le risorse e il futuro dei sardi. Un sistema suicida che rende i sardi sempre più dipendenti. Un sistema che fa dei sardi un popolo fregato due volte: prima vittima del furto dei propri soldi e poi costretto a indebitarsi per far fronte alla mancanza di liquidità causata dallo Stato italiano.
Questi soldi provengono dalle imposte dei sardi e devono essere destinati ai nostri interessi. Con quei soldi, che ci spettano perché sono i nostri soldi, possiamo ripianare immediatamente i debiti con le banche, possiamo finanziare le infrastrutture di cui abbiamo impellente necessità, possiamo garantire i servizi alla società (sanità, istruzione, assistenza sociale, politiche del lavoro) e soprattutto ai più deboli.
Non abbiamo bisogno di alcuna regalia da parte dello Stato italiano, vogliamo semplicemente ciò che è nostro.
LA PROPOSTA
Considerato che:
– E’ anticostituzionale l’aver trattenuto illegalmente i 10 miliardi di Euro spettanti ai sardi per Statuto;
– È da ritenersi nullo l’accordo tra Soru e l’allora governo Prodi per mancanza di legittimità nella contrattazione tra le due parti, essendo, l’oggetto della contrattazione – la copertura finanziaria per l’ordinaria amministrazione – non contrattabile in quanto base economica per la sussistenza della nostra collettività;
iRS ritiene che ci siano tutte le condizioni affinché l’esecutivo sardo si faccia promotore di un ricorso alla Corte Costituzionale per sancire nullo l’accordo tra il governo Soru e Prodi e ottenere che il governo italiano saldi integralmente e immediatamente quanto dovuto e paghi i danni causati dalla mancanza delle coperture finanziarie.
Jùliu Kerki
Assemblea Nazionale iRS
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Isgàrrica s’artìculu: 2009-06-18 – La Giunta Cappellacci indebita la Sardegna
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