Sa die de sa Sardigna… svanisce nell’indifferenza

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28 aprile 2010

iRS Cagliari, a nome di tutti gli attivisti di iRS indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, denuncia l’indifferenza della classe dirigente sarda rispetto a Sa Die de sa Sardigna, ovvero la giornata di festa nazionale dei sardi che celebra gli eventi della Rivoluzione sarda che ebbero luogo fra il 1793 e il 1796.

Ridotta quest’anno a puro evento folkloristico-musicale Sa Die, stando al comunicato emanato dalla RAS, non pare prevedere nemmeno la convocazione straordinaria dell’Assemblea Sarda. È sicuramente un refuso ma è sintomatico che nel sito della RAS ci sia scritto che domani si celebra “Sa Die de sa Sardina”!

Per rispondere all’ennesimo tentativo di sminuire uno dei più importanti momenti di identificazione nazionale dei sardi iRS Cagliari manifesterà in piazza Palazzo alle ore 10.00, ovvero laddove avvennero alcuni dei momenti culminanti del 28 aprile 1794 e laddove nella prima edizione de Sa Die si radunarono migliaia di sardi decisi a celebrare in modo gioioso se stessi, il proprio passato, il proprio presente, il proprio futuro.

Ornella Demuru, Segretario di iRS e candidato presidente alla Provincia di Cagliari, Franciscu Sedda, responsabile “Identità e cultura” di iRS, Gianni Marilotti, scrittore e sostenitore di iRS, parleranno del valore di quei fatti e soprattutto del valore di utilizzare momenti come Sa Die per sensibilizzare i sardi a conoscere e dibattere sulla propria storia di nazione, al fine di elaborare una nuova coscienza democratica e civica che porti nuovamente i sardi a lottare per la propria sovranità.

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Rassegna Stampa

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L’Unione Sarda del 29 aprile 2010:

«Non è una contro manifestazione, anche perché quest’anno non c’è stata nessuna manifestazione nel giorno della festa del popolo sardo». Ornella Demuru, segretaria di Irs, ieri mattina ha celebrato Sa die de sa Sardigna davanti al Palazzo Regio, assieme ad una trentina di militanti indipendentisti. Davanti alla sede della Provincia, dove in passato si svolgeva la ricostruzione in costume dei moti rivoluzionari, gli indipendentisti hanno anche protestato contro l’assenza di celebrazioni organizzate dalla Regione. «Si sono persino dimenticati di convocare l’assemblea straordinaria del Consiglio regionale – chiarisce la segretaria -, praticamente quest’anno hanno deciso di fare una corsa di cavalli e un concerto. Ma per noi è la festa di un popolo, non un giorno di vacanza in più nel calendario».
Istituita dal Consiglio regionale nel 1993, la festa ricorda il 28 aprile 1794: in quel giorno i sardi si ribellarono al vicerè Balbiano che venne costretto a fuggire dalla città. «Non c’è più lo spirito delle prime edizioni – è l’amaro commento di Franciscu Sedda, uno dei leader storici di Irs -, basti pensare che l’assessore ha pure sbagliato la data quando stava citando i fatti che vengono celebrati. Non c’è la solennità con cui dovrebbe essere celebrata una festa nazionale».
I manifestanti hanno anche denunciato il fatto che Sa die sia stata «ridotta ad un evento folkloristico-musicale, senza nemmeno prevedere la convocazione straordinaria dell’Assemblea sarda». Ieri mattina la piazza davanti al Palazzo era quasi deserta, vigilata a distanza dagli uomini delle forze dell’ordine. Di tanto in tanto qualche gruppetto di turisti si fermava a vedere la facciata dell’edificio, per poi proseguire verso la cattedrale. «Nessuna traccia delle manifestazioni dei primi anni – protesta Ornella Demuru – quando queste piazze erano animate da migliaia di persone che rivivevano quei giorni storici per i sardi. Oggi – conclude – stiamo facendo noi quello che la Regione ha deciso di non fare».

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FRANCESCO PINNA

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