Conferenza Stampa iRS: «Ecco le nostre possibili e immediate soluzioni alla crisi»

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22 ottobre 2010

iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna vive con forte preoccupazione le ultime vicissitudini che hanno caratterizzato la politica e la società sarda. Il vuoto di governo, l’assenza generale di prospettive, il ricorso ai capi clientela per tamponare falle irreparabili sono divenuti lo scenario quotidiano della politica autonomista.

Un fallimento strutturale che sull’onda della crisi si sta adagiando a diventare l’unica politica che gli autonomisti vogliono far credere come possibile.

iRS forte della consapevolezza delle competenze dei sardi e della volontà di cambiare strutturalmente la Nazione sarda crede siano attuabili nell’immediato una serie di provvedimenti utili a reperire le risorse necessarie, risolvere la crisi e avviare un serio rilancio dell’economia.

iRS ritiene che la crisi che viviamo, oltre che da congiunture internazionali, sia legata a due fattori:

1) Sudditanza politica nei confronti dello Stato italiano e dei suoi interessi economici;
2) Assenza di politiche economiche e sociali a misura della nazione sarda, pensate e realizzate partendo dalla Sardegna e per il benessere dei sardi.

Il punto decisivo è che una classe politica onesta e votata solo ed esclusivamente al bene dei sardi si sarebbe già resa conto (e avrebbe aiutato i sardi a rendersi conto) che la Sardegna ha tutte le risorse per un cambio strutturale, per una svolta epocale necessaria e ineludibile.

Qualunque intervento per i nostri pastori, i nostri agricoltori, i nostri operai, i nostri ricercatori, i nostri precari, di tutti i sardi che oggi soffrono, deve partire dalla possibilità dei sardi di poter gestire le proprie risorse.

iRS invita a considerare queste possibili e immediate soluzioni della crisi:

Vertenza entrate
Versamento immediato da parte dello stato della quota di credito spettante in base alle precedenti negoziazioni con lo stato italiano: 1 miliardo e 600 milioni di euro per il 2010. In caso di inadempienza la Regione dovrà dichiarare di volersi rivalere sui beni dello Stato presenti in Sardegna a qualsiasi titolo a cominciare dalle imposte riscosse in Sardegna dagli uffici delle Agenzie delle Entrate.

Bonifica e riconversione
Immediato stanziamento dei fondi necessari alle bonifiche ambientali e al risanamento dei siti industriali dismessi e in dismissione con conseguente immediato ricollocamento degli operai ora in cassa integrazione.

Accise, Saras e sistema fiscale
Contrattazione immediata sulle Accise

La Saras lavora i suoi prodotti, e produce la sua ricchezza, in Sardegna. Tuttavia l’Accisa, l’imposta sui prodotti petroliferi e energetici, viene corrisposta laddove il prodotto viene consumato (in prevalenza in giro per l’Italia) e non laddove è lavorato prima di essere commercializzato (ovvero in Sardegna). L’Accisa insomma si trasferisce laddove viene consumata ma gli impatti ambientali e sulla salute dei cittadini rimangono qui. Si tratta secondo le nostre stime di oltre 3 miliardi di euro l’anno (1/3 delle spese ordinarie della RAS). E ciò riguarda solo la parte di Accisa legata alla Saras: considerati gli altri produttori di energia si arriverebbe a cifre ancora più alte.

Noi chiediamo che questi soldi restino in Sardegna perché sono i nostri e perché sarebbero un tassello fondamentale per la nostra indipendenza economica.

Equitalia e aziende in crisi
Blocco dei pagamenti di tutte le cartelle esattoriali di Equitalia fino alla conclusione di una ricognizione attenta ed esaustiva sulla legittimità delle somme richieste.

Intervento legislativo. Attraverso la legge 388 del 2000 si può ad esempio intervenire immediatamente per abbattere le sanzioni fino a portarle all’“interesse legale”.

Mondo agropastorale
Piano straordinario di risanamento delle aziende agricole. In particolare sostegno alla diversificazione delle produzioni, incentivi per chi commercializza nel mercato interno, riduzione dei tributi locali e dei contributi dovuti dalle aziende agricole per almeno 3 anni, interventi sui costi dell’energia.

Intervento straordinario
Qualunque intervento straordinario, se non vuole essere pura richiesta demagogica o un costo da spostare da un comparto produttivo a un altro il peso dei tagli, deve basarsi sulla disponibilità reale delle risorse economiche.

Attraverso il recupero delle nostre risorse finanziarie, la Sardegna potrebbe anche decidere, in forma temporanea, delle forme di intervento straordinario come ad esempio di stanziare le cifre necessarie a garantire sia la cassa integrazione in deroga, la compensazione di perdite di reddito e di situazione di sofferenza per tutte le famiglie i cui settori produttivi di riferimento siano attualmente in condizione di crisi conclamata.

Basta dunque con la logica dell’emergenza. La Sardegna ha tutte le possibilità per un cambio strutturale, per una svolta epocale. Serve la volontà politica, serve una politica indipendentista.

Ornella Demuru
Segretario Nazionale iRS

Scarica il comunicato in PDF: Conferenza Stampa 22 ottobre


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