Si scrive Referendum si legge democrazia: uniti si vince

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Come coordinatrice di iRS e come rappresentante della cultura sarda , sono stata invitata a svolgere la funzione di osservatore internazionale dall’organizzazione di Barcelona Decideix, ovvero la parte conclusiva di un percorso che ormai da tempo , vedeva la Catalunya impegnata in una delle operazioni democratiche più entusiamanti e coinvolgenti che abbia mai avuto la fortuna di vivere.

Si tratta di un un referendum consultivo , interamente organizzato da associazioni e partiti indipendentisti che democraticamente hanno chiesto a tutti coloro che vivono nel paese , se fossero a favore o meno dell’indipendenza della nazione catalana dalla Spagna.

Per capire meglio diamo qualche numero : a Barcellona hanno votato 257.645 cittadini, (il 21,37 % della popolazione) , l’89,7 dice SI , l’8,8 dice NO, ma la cifra che davvero va oltre qualunque immaginazione è quella relativa alle migliaia di persone che , animate da passione e determinazione , hanno reso possibile questo evento.

Migliaia di volontari di tutte le età hanno contribuito nelle forme più differenti a questo grande risultato: c’erano persone di tutte le età e nazionalità, hanno costruito una macchina organizzativa efficiente e ben strutturata e il mio ruolo tra loro, insieme ad altri osservatori arrivati da tutto il mondo, era quello di accertare la legalità di tutte le fasi del referendum; hanno allestito nella città 352 seggi in ciascuno dei quali lavoravano circa 6 persone per un totale di 2112 indipendentisti, in più c’erano i vari coordinatori, responsabili e referenti.

Il sistema era semplice ma efficace: inserendo il codice del documento d’identità in un programma al computer, si accertava la residenza , che- nel caso di domenica-doveva essere solo e unicamente Barcellona e se effettivamente il soggetto non avesse ancora votato, a quel punto si inseriva in una busta un foglio di carta che riportava la scritta SI o NO relativo alla domanda e veniva riposto dentro un’urna trasparente.

Ho scelto di svolgere il mio ruolo nei quartieri della periferia attorno a Barcellona, partendo da Sants sono arrivata fino a Clot e al confine con Badalona, ho chiesto di assistere a quei seggi perchè volevo vedere come i cittadini di origine araba, i figli degli emigrati dal sud della Spagna e quelli provenienti un pò da ogni parte del mondo , reagivano a questa domanda.

Sono rimasta senza parole nel vedere che i volontari avevano preparato dei volantini scritti in diverse lingue per agevolare la comprensione a tutti. Domenica 10 Aprile dalle 9.00 sono cominciate le votazioni, alle 20.00 hanno chiuso i seggi e ci siamo diretti al quartier generale del Barcelona decideix nella Rambla de Catalunya numero 8.

Lì dentro accolgono solo gli accreditati per ragioni spazio, mi fa entrare una ragazza, Laia, mi abbraccia, ha gli occhi lucidi e mi dice: “Sóc molt feliç´, no m’ho puc creure, això és molt més del que em pensava” ( sono molto felice, non posso crederci, questo è molto di più di ciò che speravo) è incredula , mi chiama “sorella” e mi accompagna alla conferenza stampa, la sala è gremita , si respira entusiasmo. Mi chiamano i miei amici di questi giorni, la delegazione corsa, quella basca, quella scozzeze e quella portoricana, ci sediamo vicini e aspettiamo di sentire l’esito.

Ci si aspettava meno del 20% e invece si sfiora il 22, la gente si alza in piedi , batte le mani, si abbraccia e si commuove, all’improvviso arriva il momento più bello: tra le grida di gioia e gli applausi comincia un canto: è l’inno catalano, tutti sono in piedi, pugno chiuso al cielo , c’è chi fa foto e chi filma con telefoni e videocamere, io decido di godermi quel momento in religioso silenzio, volevo essere parte integrante di una “famiglia allargata” e non mero ospite esterno, sono stati dei minuti lunghissimi ed emozionanti.

Per un attimo ho pensato al giorno in cui la mia Natzione vivrà un momento simile, un momento in cui , uniti finalmente, raccoglieremo i risultati del nostro lavoro e abbracciati canteremo “Procurare e Moderare”.
Dalla sala si sentono le grida della gente che è accorsa sulla Rambla, sono tutti lì felici che festeggiano, allora col microfono gli organizzatori si affacciano alla finestra e e si uniscono alla loro festa.

Questo evento dimostra che il lavoro paga, che il processo di autodeterminazione delle nazioni senza stato è ormaiavviato e irrefrenabile; la politica indipendentista , la politica di iRS è concreta e moderna , assolutamente in linea con il fermento internazionale che ha visto il nostro movimento in prima linea nel sostenere questa grande prova di democrazia e maturità. Siamo stati ufficialmente invitati a prendere parte a un appuntamento importante nel quale si è data voce alla gente , questa è la vera politica “dal basso” , quella fatta da persone vere che parlano, si confrontano e lavorano per un obiettivo comune. iRS c’è e ha un peso sempre maggiore nella società e la sua presenza anche a livello internazionale , ne è l’ennesima prova.

A loro vanno i saluti e i ringraziamenti più cari a nome di iRS e , umilmente e siceramente , a nome mio.
A tots els catalans els hi dic gràcies, m’heu ensenyat una classe de democràcia, participació, entusiasme i força, units vencerem, espero tornar i visitar aviat una Catalunya lliure i independent. Vista Catalunya, Visca Sardigna!

Claudia Aru – Coordinatore Politico iRS Medio Campidano

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