iRS con Ovidio Marras per i beni comuni.

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Ovidio Marras (foto La Nuova Sardegna)

La vicenda che ha interessato recentemente il sig. Ovidio Marras, pastore che da solo si è opposto allo strapotere dei colossi finanziari che stanno portando avanti la costruzione dell’albergo a Capo Malfatano non può lasciare indifferente il nostro movimento.
Se non altro perché può essere presa come utile insegnamento anche per noi che da qualche tempo siamo impegnati politicamente nelle battaglie che riguardano la conservazione dei beni collettivi e di cui il paesaggio è indiscutibilmente un elemento principale.
La storia del pastore Ovidio è altresì utile poiché consente di riflettere anche sulla vicenda personale di un uomo che ha capito meglio di altri il concetto di sostenibilità.
Un termine il cui significato troppo spesso è mistificato con lo scopo, non troppo celato, di dare un’aurea di sensibilità ambientale a investimenti immobiliari che invece consumano il territorio in maniera irreversibile. Neanche le solite promesse di posti di lavoro, per altro solo stagionali, possono ancora impedirci di capire che il modello turistico dei resorts e delle seconde case rappresenta per la nostra terra l’ennesima rapina di risorse che difficilmente potranno essere ripristinabili per le generazioni future.
Eppure la nostra storia dovrebbe già insegnarci tanto in tal senso: l’imposizione di politiche calate dall’alto (la legge degli ademprivi con la deforestazione, i poli di sviluppo industriale col miraggio della chimica, tanto per citare due esempi noti a tutti) non solo ha contribuito sempre a snaturare i luoghi ma ha anche impedito che emergessero le reali vocazioni e peculiarità dei singoli territori. Per l’avidità di pochi, per la logica del s’ afferra afferra” ma soprattutto per l’assenza di una progettualità endogena, in poco tempo si sono compromesse preziose risorse sia come peculiari ecosistemi marini e terrestri ma soprattutto sia con la perdita della memoria di mestieri e saperi millenari.
Teulada, Tuerredda, cantiere S.I.T.A.S. s.p.a.

Teulada, Tuerredda, cantiere S.I.T.A.S. s.p.a.

Sicuramente uno degli errori commessi in passato e che si rischia di ripetere ancora oggi è di ragionare in termini di “monocultura”, come si fece nei primi ani ’60 quando si pensava che l’industria pesante e la chimica di base costituissero da sole il volano principale per la rinascita economica. Tramontato quel modello, oggi ancora sulla bocca di molti si sente pronunciare un’altra parola, panacea per tutti i mali: il turismo.
Si declina poi questo termine attraverso un solo significato, riferito al modello marino – costiero di alberghi e villaggi vacanze.
Eppure da qualche tempo non mancano nel mondo esempi virtuosi, a dimostrazione di come sia possibile sviluppare importanti comparti di questo settore in armonia con l’ambiente e senza alterare lo stato dei luoghi e persino contribuendo a ripristinare gli ecosistemi originari laddove questi fossero stati precedentemente compromessi.
Percorsi naturalistici, trekking, escursioni in bicicletta e a cavallo sono pratiche che rappresentano sempre di più le nuove tendenze del futuro, ove alla passione per gli sport e il contatto con la natura si accompagna l’offerta culturale, fatta di storia, saperi e soprattutto interazione con gli abitanti.
Non a caso in queste realtà virtuose è sempre più diffusa la tendenza ad accogliere il viaggiatore all’interno dei centri abitati, restaurando vecchie case e cercando in tal modo di instaurare un nuovo tipo di rapporto.

La nuova costruzione a Capo Malfatano, un albergo con ville esclusive, distante diversi chilometri dal paese di Teulada, è l’emblema di un modello di sviluppo turistico oramai superato. Il valore intrinseco di quella località era rappresentato proprio dal fatto che ancora non si vedeva la presenza ingombrante dell’uomo e ciò poteva rappresentare un’attrattiva ben più interessante rispetto a quei metri cubi di cemento destinati a pochi privilegiati.

In Sardegna tanta strada deve essere ancora fatta dal punto di vista della difesa del bene comune e soprattutto nell’accrescimento della consapevolezza che il paesaggio costituisce una risorsa non facilmente riproducibile.
Il deprecabile e vile gesto che pochi balordi hanno compiuto ai danni dei poveri animali di Ovidio Marras dimostra che è ancora diffusa l’idea che chi oggi resiste al cemento sia da considerare come un nemico dello sviluppo e dei posti di lavoro.
Come fare allora per cominciare a diffondere tra le persone l’idea che la difesa dei beni comuni e del paesaggio è il primo passo per creare un sistema sardo del turismo che sia allo stesso tempo ricco e virtuoso?
iRS, per una gestione sociale dei beni comuni
L’esito del referendum del 15 giugno contro il nucleare ha espresso con chiarezza il significato del bene comune legato al concetto della salute pubblica. In particolar modo in Sardegna la popolazione ha dimostrato di essere particolarmente sensibile a questo tema quando si è avvertito un pericolo reale legato alla possibilità di una centrale nucleare nell’isola. Il recente disastro di Fukushima ha sicuramente contribuito nell’ acquisizione di tale presa di coscienza.
Per motivi analoghi abbiamo visto la nascita di svariati comitati che resistono all’implementazione sul nostro territorio di pesanti infrastrutture rispondenti a progetti nati fuori dall’isola (eolico, fotovoltaico, galsi, radar).
iRS porta alla luce la discarica abusiva dell'Eni a Minciaredda-Porto Torres

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La mobilitazione di alcune forze politiche indipendentiste, tra cui anche iRS, e il lavoro costante dei comitati di cittadini ha evidenziato come anche il territorio stia assumendo una centralità nel concetto di bene comune.

Questo si può notare osservando il grande fermento di proteste e resistenze degli ultimi mesi.
iRS è sensibile a tutto ciò che concerne i processi di ricostruzione di forme di cittadinanza attiva, di democrazia partecipativa, di ricostruzione dello spazio pubblico, di riappropriazione da parte delle popolazioni dei propri ambienti di vita.
A tal fine per iRS è fondamentale il riconoscimento dei valori patrimoniali (ambientali, urbani, territoriali, paesaggistici, socioculturali) che possono costituire la base della produzione di ricchezza durevole attraverso nuove forme di autogoverno della società locale.

iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna

irs.imprenta@gmail.com

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