E’ una gravissima offesa al popolo sardo quella che ieri notte è stata attuata dal consiglio regionale. In tipico stile italiano, alle dieci di notte, vigili come non mai, mentre si discuteva il salvataggio di 30 precari del parco di Molentargius e dell’Arpas. I consiglieri hanno di fatto cancellato l’esito referendario del 6 maggio scorso che annullava l’indennità di base. Ad aggirare il referendum il voto favorevole di 63 consiglieri su 80, che riportano il proprio stipendio pari a quello degli anni 2003/04, ossia poco meno di 10.000 euro. Invariate anche le spese di cancelleria e quelle per i portaborse che guadagnano 3.352 euro.
Il referendum anticasta proposto dalla casta stessa proponeva anche la cancellazione delle provincie, il dimezzamento del numero dei consiglieri regionali, da 80 a 50, e la riscrittura dello statuto sardo. Con questa improvvisa votazione si palesa chiaramente l’insensibilità della Regione ai problemi che attanagliano la Sardegna. In un periodo di crisi come questo dove la volontà popolare aveva espresso un netto taglio dei costi di gestione della politica la Regione Sardegna ha risposto beffando i sardi in modo unanime.
Il movimento iRS –indipendèntzia Repùbrica de Sardigna- nel cammino verso l’indipendenza della propria nazione ritiene che la giunta regionale, traditrice del proprio elettorato, debba immediatamente presentare le dimissioni e abbandonare il governo della regione in vista di nuove elezioni per restituire dignità e sovranità al popolo sardo.
iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna