La Sardegna perde un altro importante servizio di trasporto pubblico. La compagnia Trenitalia ha deciso di sopprimere la tratta ferroviaria che collega Sassari con Porto Torres.
È così cancellata una linea storica per l’isola che proprio quest’anno compie 140 anni d’età. Il primo viaggio inaugurale risale, infatti, al lontano 1872, quando forse anche in anticipo con i tempi si avvertì la necessità del collegamento fra il capoluogo e la città portuale.
Fu una scelta certamente decisiva che ha consentito al centro di Porto Torres di acquisire un’importanza strategica nel sistema di collegamenti fra l’isola e il continente europeo.
Durante la seconda metà del ‘900, con la nascita dei primi nuclei industriali, cresce anche l’insediamento urbano con la formazione di un’area vasta con un abitato diffuso lungo l’asse viario che collega le due città.
Oggi, la maggior parte degli spostamenti tra i due centri avviene principalmente tramite l’utilizzo dell’auto. L’intensità del traffico automobilistico è talmente elevata al punto che oggi in molti considerano il tratto della statale 131 come una vera e propria strada urbana, senza tuttavia i servizi e le condizioni minime di sicurezza che l’uso di tale nome dovrebbe comportare.
In un momento in cui i temi della sostenibilità stanno emergendo anche nei campi della mobilità e del trasporto pubblico locale, la decisione di cancellare una linea ferroviaria, appunto di valenza urbana, appare in estrema controtendenza rispetto alle politiche adottate da molti paesi europei tendenti a incoraggiare l’uso del mezzo pubblico a scapito di quello privato.
In queste ore, molte forze politiche in Sardegna gridano all’ennesimo scippo perpetrato all’isola da parte del Governo. Le proteste denunciano spesso la frustrazione di molti sardi nel sentirsi abbandonati dallo Stato Italiano ma con amarezza continuiamo a costatare che niente viene detto che vada oltre la solita rivendicazione e la richiesta di “maggiore attenzione”.
Ciò che denunciamo è la totale assenza di progettualità da parte di chi attualmente sta governando la nostra isola.
Eppure il trasporto su rotaia in Sardegna, ammodernato e reso efficiente, potrebbe costituire un importante alternativa per gli spostamenti interni non solo delle persone ma anche delle merci.
La Regione Sardegna dovrebbe farsi carico di questo servizio, rilevando le infrastrutture e i mezzi da parte della RFI (Rete Ferrovie Italiane).
A questo proposito esiste già un accordo di programma, risalente al 2008, tra Ministero dei Trasporti, Ministero delle Finanze e Regione Autonoma della Sardegna e che fa capo alle norme di attuazione dello Statuto Speciale in merito al conferimento di funzioni riguardanti la gestione del trasporto pubblico locale.
Con il conseguente d.l. n.46/2008 in cui l’art.6 comma 1 cita testualmente:
“La Regione può richiedere all’amministrazione statale competente il trasferimento al proprio patrimonio di beni, impianti e infrastrutture facenti capo a RFI S.p.A. esistenti sul territorio regionale e non ritenuti, in base alla normativa vigente, di rilevanza per il sistema ferroviario nazionale.”
Per una volta, sarebbe il caso di cominciare ad assumerci direttamente le responsabilità della gestione dei servizi e delle strutture che ci riguardano, come abitanti di questa terra, come sardi, lasciando da parte inutili vittimismi ma senza tuttavia dimenticare che con i 10 miliardi di euro che lo Stato Italiano deve restituire alla Sardegna il nostro compito di autogovernarci sarebbe certamente più agevole.
iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna
Tzentru d’Elaboratzione Mobilità e Trasporti