Alla Sardegna serve il Gect (Gruppi europei di cooperazione territoriale)?

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L’Unione Europea sta attraversando la più acuta crisi economico-istituzionale da quando è stata istituita la CEE. L’Europa è permeata da una crisi di fiducia senza precedenti: i cittadini sono sempre più scettici sui reali benefici che essa ha fino ad ora implicato nella loro vita quotidiana.
Viviamo per tanto un’epoca di euroscetticismo montante la cui causa principale può essere indagata nella crisi degli Stati nazionali, i quali non riescono a trovare la quadra per un governo dell’UE più democratico e deciso. Un dispositivo efficace per riavvicinare i cittadini all’Europa e nello stesso tempo adeguato a superarne l’attuale modello istituzionale è il Gect (Gruppi europei di cooperazione territoriale), il cui obiettivo è così sintetizzato:
Lo scopo di agevolare e di promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra i suoi membri. Il gruppo è composto da Stati membri, collettività regionali, collettività locali o organismi di diritto pubblico a titolo facoltativo

I Gect presenti  attualmente in Europa sono 28. Le aree in cui è possibile cooperare sono: comunicazione, cultura, formazione, politiche giovanili, scienza e ricerca e patrimonio naturalistico. Questo vuol dire che interi territori possono costruire reti amministrative collaborative, congegnando delle modalità di governo all’interno dell’UE diverse da quelle degli Stati nazione.

Si tratta quindi di uno strumento di cooperazione e di governo del territorio efficientissimo, su cui ilParlamento Europeo punta moltissimo. E sui dovrebbero fare assegnamento specialmente le Nazioni senza stato presenti nel perimetro comunitario.

La collaborazione transfrontaliera è indubbiamente uno meccanismo aggregante che può trasformare gli equilibri politici europei rendendo protagonisti i poteri locali, oggi sempre più privi di reali poteri giuridici di intervento. La Sardegna avrebbe solo da guadagnarci dai Gect. Si potrebbe costituire una macroregione mediterranea con la Corsica, le Isole Baleari, Cipro e Malta: attraverso la quale sviluppare corridoi marini di tipo commerciale, turistico e conoscitivo.
Le potenzialità del Gect sono alte e portano alla formazione di aree di cooperazione plurinazionali, multiculturali e multilinguistiche. L’Europa e la Sardegna si possono iniziare a  cambiare anche così.

Nello Cardenia – dal blog di Nello Cardenia

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