I dati relativi ai trasporti da e per la Sardegna, da qualunque parte li si guardi, dicono 2 cose: il traffico aereo cresce mentre quello marittimo scende.
Se questi dati fossero analizzati così senza una ulteriore analisi, verrebbe da scrivere la solita “veemente protesta contro i ladri di Tirrenia” (si pronuncia Onorato).
Non che questo non sia vero, ma anche per gli aspetti relativi agli aeroporti, occorre fare dei distinguo. Se infatti l’aeroporto di Olbia ha capitale fondamentalmente privato, quelli di Alghero ed Cagliari sono pubblici e con bilanci pesantemente in rosso. Tanto per dare un’idea, questi aeroporti senza un fiume di denaro pubblico fallirebbero immediatamente. Solo l’aeroporto di Alghero ha recepito nel 2010 per legge regionale ben 10 milioni, ma il dissesto finanziario di quell’aeroporto ha radici antiche ed è figlio di una gestione che ha preferito dopare il mercato con contributi milionari a Ryanair, il tutto evidentemente sulle spalle dei soliti contribuenti.
Insomma, la situazione marittima è pessima, con un calo del 23% nei porti del nord Sardegna in termini di passeggeri. Quella aerea è buona ma “dopata”.
Ma allora che fare: l’ennesima manifestazione a Roma con fischietti e bandiere o riprendere possesso del proprio destino? Evidentemente propendo per la seconda ipotesi. E allora, perché semplicemente non copiare quanto si fa all’estero? E’ sufficiente prendere un traghetto da Santa Teresa ed andare in Francia dove se vai in aereo o in nave devi sapere che..
– Lo stato decide delle tasse aeroportuali, le più alte d’europa. L’unico scalo dove le tasse non sono alte è Beauvais che sta a 80 Km da Parigi ed è stato scelto per far atterrare i low cost. Il messaggio è chiaro: vuoi atterrare vicino alle aree più importanti? Paga di più. Ti interessa spendere meno? L’aeroporto non è centrale.
Perché in Sardegna non si eliminano i vettori low cost dai tre principali scali e li si dirotta ad Oristano (peraltro ad un ora di macchina da Cagliari e Nuoro e poco più da Sassari)?1) Si aprirebbe una nuova prospettiva occupazionale e si darebbe una importante occasione di sviluppo al turismo del centro Sardegna.2) Contestualmente, si ripianerebbe in breve tempo le perdite create dalla scellerata politica di sovvenzione a Ryanair (che in Francia evidentemente non riceve contributi).
– la compagnia aerea francese, Air france è una delle poche in salute del mondo, ha una importante componente statale (quasi il 19%, ma è stata anche del 54%) che le ha consentito di acquistare prima KLM e poi una quota consistente di Alitalia.In Sardegna una compagnia aerea la abbiamo (è peraltro la prima azienda sarda privata per tasse pagate), ed ha prodotto utile per quasi quarant’anni prima di inglobare idrovore di denaro quali Eurofly ed Air Italy. Si potrebbe fare con essa (in piccolo) lo stesso procedimento che Air France ha avuto in Francia:
1) presa una partecipazione importante nella newco (di cui peraltro in passato l’azionista di Meridiana aveva già parlato con l’attuale presidente della regione Sardegna), organizzare il traffico da e per l’Italia con tariffe calmierate ed identiche a quelle del trasporto ferroviario, ma che hanno traffico in maniera naturale (es. Roma-Cagliari). Si genera utile mantenendo gli standard di servizio e le frequenze nel periodo invernale e si aumentano le frequenze e gli aeroporti serviti nella stagione estiva. L’Alitalia ha interessi minimi in Sardegna, ed un accordo di Code-Share (un accordo tra linee aeree nel quale un vettore commercializza un servizio e pone il suo codice sui voli di un altro vettore) risolverebbe facilmente il problema commerciale con quel vettore.
2) apertura al mercato per le destinazioni extra Italia con controllo degli slot (permessi di atterraggio) che consentano reciprocità con gli altri paesi. Per es.: se si autorizza un vettore Inglese a operare una tratta da Alghero a Londra deve essere dato uno slot nel medesimo aeroporto e con orario analogo al vettore sardo.
3) Se si lavora in Sardegna si debbono rispettare le nostre leggi: Ryanair infatti ha in Francia una presenza minima
Per mare la situazione è paradossalmente persino più facile.
– il sistema portuale francese è sì privatizzato ma è sotto il controllo di un consiglio di sorveglianza dove vi è lo stato, le comunità territoriali (un ente statale via di mezzo tra il dipartimento e la regione) e la camera di commercio. E’ sufficiente rendere i porti sardi amministrati analogamente da quelli francesi (pertanto focalizzando la gestione sull’interesse della collettività) ed evitare macroscopici conflitti di interesse come quello del porto di Olbia, il più grande della Sardegna e sostanzialmente in mano ad Onorato.
– la regione detiene la Saremar, i cui bilanci sono in ordine e che diverrebbe analogamente al vettore aereo il volano del trasporto marittimo. Sarebbe sufficiente che questa compagnia di navigazione si confrontasse contro una compagnia che è palesemente aiutata dallo stato italiano sebbene operi con le tariffe che tutti conosciamo. La Tirrenia continua a percepire aiuti dallo stato italiano? La società di gestione dei porti applica solo a Tirrenia delle commissioni che vengono “girate” a Saremar che, garantendo come già fa ora tariffe inferiori a Tirrenia, nel breve termine la soppianterebbe nell’operatività delle tratte sulla Sardegna.
Insomma: basta operare nell’ambito del proprio interesse (nazionale).
Copiare i francesi, che sono nell’unione europea proprio come noi, ma fanno quello che meglio credono.
Come d’incanto il deficit di bilancio regionale relativo al trasporto aereo diventa una voce di attivo (vd. tasse aeroportuali) ed una significativa risorsa occupazionale (i dipendenti di un nuovo aeroporto e l’indotto che esso genera/maggiori potenzialità per le strutture ricettive del centro Sardegna/aumento di dimensioni e dunque dipendenti del nostro vettore aereo), mentre per il traffico marittimo sarebbe sufficiente una regolamentazione che evitasse i conflitti di interesse (italiano) in cose che riguardano la Sardegna.
Si rischiano procedure di infrazione dell’antitrust europea? La risposta da dare è: si, e allora? Conviene come ci ha insegnato un ex presidente italiano. Conviene come ci insegna un paese che vuole che le proprie leggi siano rispettate.
Conviene a noi sardi, che potremmo avere solo benefici da una situazione che, per una volta, si decide di forzare. Perché conviene pagare una multa di un milione di euro e farne guadagnare dal proprio Stato a decine.
Se hai letto questo articolo non ti saranno sfuggiti due presupposti non scritti.
1) I governanti sardi fanno gli interessi dei Sardi.
2) I Sardi hanno governanti che hanno un potere di sovranità piena nell’ambito economico.
Hai ragione, forse è il caso di “scendere dalla macchina”, come nella barzelletta di Benito Urgu. Eppure io in quella macchina ci vorrei davvero salire e guidare, guidare, guidare. Prossima fermata? Soberania.
Andrea Randaccio – TzdE Infrastrutture e Trasporti