Cappellacci chiede l’elemosina in Qatar e allo stesso tempo regala i soldi dei sardi

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emiro 1Nel nome dello sviluppo – termine il cui significato troppo spesso è mistificato con lo scopo, non troppo celato, di dare un’aurea di sensibilità ambientale a investimenti immobiliari che invece consumano il territorio in maniera irreversibile – stanno cercando di vendere e costruire negli ultimi spazi di bellezza che miracolosamente in Sardegna sono rimasti fino a oggi.

Neanche le solite promesse di posti di lavoro, per altro solo stagionali, possono ancora illuderci e impedirci di capire che il modello turistico dei resorts e delle seconde case rappresenta per la nostra terra l’ennesima rapina di risorse che difficilmente potranno essere ripristinabili per le generazioni future.

Storicamente in Sardegna progetti simili sono quasi sempre falliti; inoltre non dobbiamo dimenticare che in questo caso non si tratta di un investimento effettuato da un ricco imprenditore ma si tratta di un fondo sovrano. Un fondo sovrano non investe, acquisisce beni. E quando acquista diventa proprietario del suddetto bene. Il problema di conseguenza è politico. Ma bisogna aver chiaro che il fondo sovrano del Qatar è lo stato del Qatar, perciò si tratterebbe di un investimento statale eseguito in Sardegna, con tutte le ricadute geopolitiche del caso. Qui non si tratta di acquistare una squadra di calcio o finanziare un ospedale, qui si tratta di delegare allo stato del Qatar il compito di occuparsi dello sviluppo di un settore economico di una parte della Sardegna.

Risulta del tutto evidente che, in una congiuntura complicata come questa, un miliardo di euro di investimento può essere visto e atteso come la manna dal cielo e l’opinione pubblica può essere facilmente incline a percepire in modo positivo questo tipo di sviluppo, del cui progetto però non sono stati ancora comunicati i dettagli.

Forse in tanti non sanno che tutti gli impianti eolici e fotovoltaici installati in Sardegna, sistematicamente gestiti da privati o multinazionali, producono complessivamente un miliardo di euro ogni anno, di cui resta appena lo 0,6% alle comunità.

Fino ad ora l’unica cosa chiara è che il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci supplica lo stato del Qatar per sottrarre ulteriori beni collettivi ai cittadini e allo stesso tempo regala invece circa un miliardo di euro ogni anno ai “signori del vento”. Quanto ancora dovremo sopportare simili scelte che somigliano alle regalìe feudali?

Questo atteggiamento è incomprensibile e lascia spazio a molti dubbi.

iRS ha sempre combattuto per fermare le speculazioni, ed anche oggi non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla pericolosa proposta di cessione di altre porzioni del nostro territorio, giustificata dalla miserevole speranza che qualche giovane sardo venga assunto a fare il cameriere.

Ci chiediamo perché il presidente Ugo Cappellacci invece di fare inutili e costosi viaggi in Qatar (a spese dei cittadini) solo allo scopo di svendere i nostri beni comuni, non si impegni invece a fondo perché lo Stato Italiano ci restituisca i 10 miliardi delle nostre entrate fiscali. Oppure potrebbe anche, sempre se ne ha la capacità, provare a ripensare ad un nostro piano energetico invece di regalare altri miliardi di euro alle agli speculatori che da anni saccheggiano le nostre risorse con le autorizzazioni timbrate dalla classe politica.

Forse sarebbe meglio sostituire  il termine “sviluppo” con quello di “benessere collettivo“, che significa che si può stare tutti bene insieme, progredendo in armonia con l’ambiente che ci ospita e di cui siamo parte. Tutto questo  partendo dalle nostre risorse, per poi capire come e con chi creare sinergie economiche.

iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna

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