Cappellacci ci riprova e Pd e Pdl conservano se stessi, con buona pace del pluralismo e della democrazia

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E’ di queste ore la notizia del decreto firmato dal presidente Ugo Cappellacci che stabilisce la data delle prossime elezioni regionali per il 16 Febbraio 2014, anticipando l’appuntamento elettorale a due settimane dalla data stabilita. 

Non ci riesce difficile capire il motivo per cui il presidente Cappellacci ha deciso così bruscamente e – guarda caso – nel bel mezzo delle festività natalizie, di abbreviare i tempi che separano gli elettori dal momento del voto. Infatti, dalla data di pubblicazione del decreto sul Bollettino ufficiale della Regione, Le organizzazioni che vogliono prendere parte alla competizione elettorale hanno solo quattro giorni di tempo per poter presentare i simboli presso la Corte d’Appello mentre per la presentazione delle liste la scadenza è prevista per il 10 gennaio.

E’ chiaro che in tale situazione il compito più arduo, per non dire ai limiti dell’impossibile, sarà quello di dover raccogliere in pochissimi giorni le circa 5000 firme necessarie affinché le singole forze politiche possano presentare i propri candidati in tutti i collegi elettorali dell’isola. Questa ardua impresa tuttavia non spetta invece a tutti quei partiti che sono già rappresentati in Consiglio Regionale con almeno un eletto. Cioè non dovranno presentare le liste accompagnate dalle sottoscrizioni dei cittadini.

Il primo golpe era stato fatto nei mesi scorsi  quando è stata approvata  la nuova legge elettorale ma questa volta  il PD e del PDL erano complici, visto che l’emendamento è stato approvato in maniera trasversale da entrambe gli schieramenti e prevede uno sbarramento del 10% per le coalizioni e del 5% per le forze politiche che si presenteranno con una lista unica fuori dalle coalizioni. Un tentativo comune, del Pd e del Pdl, di conservare se stessi. Adesso il “furbetto” è il Governatore Cappellacci che cerca di sorpassare tutti, anche i suoi vecchi complici e cerca di impedire che alla prossima competizione elettorale possano concorrere le organizzazioni politiche che non fanno parte dei due schieramenti.

Si tenta così di ingessare il sistema politico attuale di governo, cercando di frenare le spinte al cambiamento che in Sardegna stanno arrivando dal basso.

iRS ritiene che l’atto compiuto prima dal Consiglio con l’approvazione della legge elettorale e quello compiuto oggi dal Presidente della Giunta abbiano il sapore di una vera eversione, l’ennesima mutilazione brutale della democrazia. La costruzione di un golpe all’idea democratica del pluralismo, creato ad hoc da persone che hanno paura di confrontarsi con la miriade di movimenti e associazioni che stanno da tempo facendo sentire la voce della società civile in Sardegna. Che hanno paura di confrontarsi con il proprio popolo.

Questo è stato il primo colpo violentissimo sferrato ai principi di democrazia e di rappresentatività poiché una grossa fetta della società non non viene rappresentata. Una legge studiata a tavolino sia dal PD che dal PDL, basata sul principio dell’esclusione e mirata a frenare la nascita di un polo indipendentista e sovranista.

Per altro le ultime indagini portate avanti dalla magistratura contribuiscono a far luce sul livello del degrado a cui è ormai giunta l’attuale classe politica che è oramai incapace di distinguere il valore del bene pubblico.  Ci sembra di ripetere un refrain quando parliamo di arricchimento personale e saccheggio delle risorse pubbliche, tuttavia lo dobbiamo fare perché davanti a questo scenario desolante ciò che più ci appare inquietante è proprio l’atteggiamento di molti degli attuali indagati per i quali sembra che niente sia successo, come se dovesse passare una strana idea del “mal comune..”  (60 Consiglieri Regionali indagati per peculato) che permetterebbe a tutti di ripresentarsi di fronte all’elettorato come dei perfetti innocenti.

Oggi i cittadini dimostrano di avere sempre più voglia di partecipare alla vita pubblica e sempre meno accettano scelte e decisioni calate dall’alto. La politica dovrebbe ascoltare ed incoraggiare queste forme di partecipazione allargando sempre di più l’orizzonte dei processi decisionali ma in questo caso è sempre più evidente quanto il sistema politico abbia perso credibilità.

E’ anche singolare osservare come sia nella Destra di governo che nella Sinistra all’opposizione le parole più comuni in questo periodo siano quelle di Partecipazione e Democrazia. Strano che poi i provvedimenti presi siano invece tutti rivolti verso la reiterazione delle proprie posizioni di potere e l’esclusione di tutte le altre voci emergenti.

iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna

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