Oggi la Sardegna sta attraversando la più grave crisi economica e sociale dal dopo guerra ad oggi. Le ragioni di questo vero e proprio sprofondamento vanno ricercate in due elementi:
1) la struttura giuridico amministrativa dell’Autonomia non è efficace di fronte alle sfide che pone la globalizzazione e l’internazionalizzazione dei mercati;
2) la crisi economica nata nel 2007 con il collasso della Lehman and Brothers ha dato via ad una negativa fase congiunturale che ha ulteriormente aggravato la situazione economica isolana.
Dentro questo quadro si è manifestato il fallimento del governo di Ugo Cappellacci, il quale non è stato capace di imprimere una svolta positiva ai problemi dell’Isola.Non sono state risolte questioni prioritarie come la vertenza sulle mancate entrate fiscali, il piano energetico e le difficoltà del settore dell’agroalimentare. Questi ultimi cinque anni rimarranno alle cronache, infatti, per la decadenza pressoché totale dell’apparato regionale che, una volta conclusa l’esperienza della giunta Soru, è tornato ad essere una mera espressione burocratica limitata ai soli compiti amministrativi.
Se dicessimo che il momento drammatico che la Sardegna sta attraversando sia dovuto esclusivamente al momento congiunturale, faremmo un torto a noi stessi e faremmo il gioco di chi cercherà di nascondere volti e nomi degli autori di questo disastro dietro a poche settimane di campagna elettorale.
La scelta di sostenere Francesco Pigliaru è stata presa dopo un’attenta analisi del momento contingente e del ruolo che in questa fase può avere iRS. La scelta che è stata fatta è prima di tutto politica e di responsabilità. Allo stato attuale infatti Pigliaru rappresenta il candidato con maggiore credibilità, che fa riemergere una robusta solidità culturale dopo 5 anni di una completa assenza di un’idea sulla Sardegna del futuro.
In questi dieci anni iRS ha difeso i diritti e gli interessi dei sardi. Dall’ambiente alla vertenza entrate, dalla difesa della salute dei cittadini fino all’annosa questione delle servitù militari, iRS ha sempre portato avanti le sue battaglie in maniera civile e nonviolenta. Avendo in mente un solo obiettivo: l’indipendenza della Sardegna.
Dopo tanti anni di attivismo politico riscontriamo l’emergere di una nuova consapevolezza diffusa intorno ai temi dell’indipendentismo, intravedendo la speranza di vedere finalmente l’uscita da una condizione storica di subalternità che è prima di tutto nelle coscienze dei sardi, nella loro capacità di pensare se stessi come corpo collettivo, capace di soggettività politica e quindi di poter decidere responsabilmente il proprio futuro. La novità politica di queste elezioni è che per la prima volta tutte le istanze portate avanti in dieci anni di battaglie politiche e sociali saranno portate all’interno del Parlamento Sardo.
Siamo consapevoli che la conquista di tutti gli strumenti di sovranità, dall’energia alla fiscalità fino ai trasporti, è un processo che non potrà prescindere dal raggiungimento di una piena indipendenza. Per raggiungere tale obiettivo la Sardegna ha bisogno di un governo che ne riformi le istituzioni in senso sovranista guidando l’Isola fuori dalle sabbie mobili della crisi. Per questo chiediamo a tutti i sardi di sostenerci. Per portare l’indipendentismo al governo e sconfiggere Cappellacci.
iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna