Sassari acqua non potabile: Abbanoa riduca la bolletta del 50%

0

“In tutto il territorio sassarese l’acqua destinata al consumo umano può essere utilizzata solo per la pulizia della frutta e della verdura e per tutti gli usi igienici. Il sindaco Nicola Sanna lo ha disposto con un’ordinanza a seguito dei controlli compiuti dal dipartimento di Prevenzione – servizio Igiene degli alimenti e della Nutrizione della Asl. Dagli esami è emerso che l’acqua della condotta non è conforme ai parametri chimici (cloriti e trialometani) e dunque è inadatta al consumo diretto. La restrizione rimarrà in vigore finché i controlli non daranno esito positivo. Questa ordinanza revoca e sostituisce integralmente la precedente”.

Apprendiamo per l’ennesima volta che l’ente di gestione idrica Abbanoa spa fornisce ai cittadini acqua non potabile ma il prezzo del servizio idrico rimane immutato. Il cittadino è indifeso di fronte a questa ennesima beffa. Solo coloro che dispongono di adeguati mezzi economici, potendo disporre di assistenza legale, riescono dopo lunghe trafile a vedere riconosciuti i propri diritti di utenti danneggiati. Per tutti gli altri non resta che accettare passivamente lo stato di fatto, ovvero i disagi provocati da una gestione terzomondista della risorsa più importante per la vita dell’uomo.

Esiste un provvedimento (n. 26/75) del CIP (Comitato Interministeriale Prezzi) che all’art. 13 stabilisce un limite del 50% del prezzo relativo alle forniture di acqua per ogni uso quando la fornitura abbia per oggetto acque idonee solo agli usi igienici; alcune pronunce giurisprudenziali hanno già condannato i Comuni alla restituzione della metà dei canoni percepiti indebitamente; è vero infine che l’erogazione di acqua non potabile – senza naturalmente che ciò sia reso noto all’utente e sia oggetto di un apposito accordo – rappresenta un illecito amministrativo, sanzionato con diverse misure pecuniarie dall’art. 19 della L. 31/2001 (che ha recepito la disciplina dell’ormai abrogato D.P.R. 236/88).

Secondo la giurisprudenza, se il Comune o l’ente gestore fornisce acqua non potabile perché inquinata si considera inadempiente. In tal caso l’utente ha diritto alla riduzione del corrispettivo dovuto per il consumo: in pratica, uno sconto sulla bolletta.

Una diversa decisione ha considerato la somministrazione di acqua non potabile un inesatto adempimento del contratto di fornitura, tanto da consentire all’utente di chiedere uno sgravio del canone per il periodo di mancata utilizzazione dell’acqua, oltre che al risarcimento dei danni per responsabilità contrattuale.

Infine, una più recente sentenza ha chiarito che il cittadino ha diritto a chiedere il dimezzamento del canone mensile da corrispondere al fornitore e, nello stesso tempo, una somma a titolo di indennizzo per il disagio (come quello di aver dovuto acquistare, al supermercato, l’acqua potabile).

Pertanto, in caso di fornitura di acqua non potabile Abbanoa dovrebbe decurtare la tariffa del cinquanta per cento, come prevede la legge, ma invece si continua a far pagare il servizio a prezzo pieno: 1,38 euro a metro cubo nella fascia media cioè quella con consumi compresi tra 141 e i 200 metri cubi annui.

 iRS sollecita la società di gestione idrica e gli organi competenti a provvedere a decurtare la bolletta per tutto il periodo in cui, contravvenendo al contratto stipulato con gli utenti, Abbanoa fornisce acqua non potabile.

 

 iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna 

Share.

Leave A Reply