Sono passati appena ventuno giorni dall’approvazione in Consiglio Regionale di un Ordine del giorno che impegna la giunta regionale “affinché, prima di intervenire in materia di gestione dei rifiuti, compresi i procedimenti su Tossilo:
1) ponga in essere tutti gli adempimenti per l’effettuazione di campagne di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione nell’area del Marghine nonché su opportuni indicatori biologici, come peraltro previsto nella deliberazione della Giunta regionale n. 12/39 del 27 marzo 2015;
2) dia corso in maniera celere all’aggiornamento del piano regionale in materia di gestione dei rifiuti nonché a porre in essere in tempi rapidi il disegno di legge sul sistema di governo dei rifiuti.” .
Nel frattempo molti cittadini sardi hanno appreso a mezzo stampa che la medesima Giunta ha approvato il revamping dell’impianto di termovalorizzazione di Macchiareddu a Cagliari. E’ del 20 Aprile la delibera firmata dall’Assessore Paci che prevede la spesa di 41.706.471 euro per il potenziamento dell’impianto che passerà da una capacità di bruciare 124.693 tonnellate di rifiuto solidoad una di 139.794 tonnellate, aumento previsto a seguito della chiusura della discarica di Sa Terredda a Carbonia.
Se cittadini e comitati del Marghine hanno potuto, grazie all’ordine del giorno della maggioranza, almeno per ora prendere tempo nella speranza di far riflettere la Giunta aprendo una seria discussione in merito ai rischi ed alle alternative in merito alla gestione dei rifiuti, con questo provvedimento l’esecutivo guidato da Pigliaru prosegue per la sua strada; indifferente a quanto accaduto a Tossilo e a quanto deliberato dal Consiglio regionale.
Un provvedimento che sa tanto di beffa a fronte di una richiesta non solo dei cittadini, ma della stessa maggioranza in Consiglio regionale. Perché se è vero che nell’ordine del giorno approvato non sono citati altri impianti di incenerimento se non quello di Tossilo, è sicuramente vero che la sostanza non cambia: non sono previste decisioni calate dall’alto riguardo eventuali potenziamenti di impianti di termovalorizzazione in assenza di un rinnovato Piano dei rifiuti regionale supportato da una analisi in merito alla ricaduta degli stessi sulla salute delle persone.
Le attiviste e gli attivisti di iRS, ormai increduli ad una tale presa di posizione, ritengono inaccettabile non solo questo atto, ma anche il modus operandi della giunta che continua ad emettere provvedimenti ed impegnare ingenti somme incurante delle richieste dei cittadini e della stessa maggioranza che le ha dato fiducia.
E’ incomprensibile e sconcertante il fatto che dopo la messa in stand-by del provvedimento per l’inceneritore tossilo, piuttosto che impegnarsi a mettere in pratica quanto richiesto il 13 Maggio in Consiglio Regionale, con il coinvolgimento dei cittadini (i primi a trovarsi di fronte alle conseguenze di questo tipo di politiche), la Giunta abbia spostato la sua attenzione per un altro impianto con le medesime criticità, come se il problema fosse la localizzazione geografica, come se un impianto più a sud o a nord di Macomer avesse ricadute sulle persone differenti.
E’ stato forse concluso l’aggiornamento del piano regionale dei rifiuti risalente alla presidenza Soru? E’ stato forse commissionato o reso pubblico lo studio sulle ricadute per la salute dei cittadini? Sono state forse avviate nel frattempo politiche di potenziamento della raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti?
La scienza mondiale ha dato indicazioni molto chiare per quanto riguarda il futuro del pianeta ed è ormai assodato che continuando a costruire inceneritori e quindi bruciare, non si fa altro che contribuire al surriscaldamento terrestre e quindi alla morte collettiva. E’ questo il contributo che la Sardegna vuole dare al mondo?
Preso atto che i bruciatori sono ormai opere obsolete e dannose per il pianeta e preso atto che le soluzioni all’incenerimento esistono e le conosciamo, è palese quanto inspiegabile la volontà della Giunta di procedere a prescindere dal volere popolare e mondiale insistendo su una tecnologia dannosa e in fase di dismissione. Riteniamo non si tratti ormai più di uno scontro ideologico, facilmente superabile attraverso percorsi di dibattito pubblico e processi partecipativi, ma di un problema profondamente politico/clientelare che sta rendendo incolmabile il distacco, di per sé già enorme, tra cittadini e istituzioni e tra Giunta e Consiglio Regionale.
iRS non vuole essere complice di questa azione scellerata messa in atto dalla Giunta che si prenderà le proprie responsabilità di fronte ai cittadini.
iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna