Il 28 Aprile 2016, in occasione de Sa die de sa Sardigna, per la Sardegna e la Corsica è successo un fatto storico. Per la prima, volta nella storia dell’autonomia le istituzioni delle due isole si sono incontrate con i rispettivi Presidenti del Consiglio e i rispettivi capi gruppo parlamentari che hanno istituito una consulta permanente interistituzionale Sardo-Corsa che è il primo passo formale per la creazione di una Macroregione Europea che vedrà i due Parlamenti collaborare su diversi temi che spaziano dai trasporti all’energia alla fiscalità e soprattutto puntano a difendere le specificità delle due isole che sono messe a rischio dagli stati centralisti dell’Europa di oggi, che è sempre più un’Europa di burocrati e sempre meno un’Europa dei Popoli.
La Sardegna e la Corsica, ad appena un’ ora di traghetto una dall’altra sono state due isole che storicamente hanno sempre collaborato ma che negli ultimi decenni grazie ai muri ideologici dovuti al fatto che la Sardegna fa parte dell’Italia e la Corsica della Francia nell’immaginario comune sembravano lontanissime. Oggi hanno finalmente ripreso ad incontrarsi e collaborare, perlomeno istituzionalmente, dato che gli scambi tra organizzazioni politiche indipendentiste non sono mai mancati.
Come ha detto il Presidente Jean Guy Talamoni “Simu ghjunti quì per custruisce un ponte trà e nostre isule, un ponte trà elle, è un altru finu à Brusselle”.
E’ stato bravo il Presidente Ganau a coinvolgere tutto il Consiglio, ed è stato molto emozionante sentire l’intervento del Partito Democratico per voce del Consigliere Zanchetta che ha parlato in Gallurese di orgoglio sardo e di autodeterminazione dei Popoli. Il Capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha parlato di identità e di specialità della Sardegna, il Psd’Az che si dichiara apertamente indipendentista. La cosa curiosa è che per un giorno all’anno diventiamo tutti indipendentisti. E gli altri 364?
Mi ricollego ad una frase pronunciata da Presidente Gianfranco Ganau nel suo discorso di apertura dell’assemblea:
“Sardegna e Corsica hanno vissuto situazioni storiche e politiche simili, caratterizzate da dominazioni straniere, da imposizioni, angherie e soprusi, ma hanno mostrato la forza di essere un popolo che sa unirsi e ribellarsi quando le dominazioni hanno generato ingiustizie non più tollerabili”.
Allora mi viene spontaneo chiedermi:
L’abbandono di Ryanair e la mancata volontà da parte del Governo italiano di risolvere il problema non è forse un’ingiustizia intollerabile, assieme al fantasma della famigerata continuità territoriale? Avere tredicimila ettari di territorio rubati ai civili per essere occupati da servitù militari italiane, è tollerabile? E le mancate bonifiche da parte di Eni (Ente Nazionale idrocarburi) a Porto Torres, che ha devastato un territorio e lo ha lasciato alla fame come ha fatto l’Eurallumina, Alcoa Portovesme Srl in Sulcis? La mancata restituzione delle nostre tasse da parte dello Stato Italiano sintetizzate nella Vertenza Entrate? Tutto questo è tollerabile? Qual’è diventato il margine della tollerabilità? Anche perché l’elenco potrebbe continuare ancora.
Con la recente vittoria degli indipendentisti, per la Corsica la costituzione della Consulta Sardo-Corsa ha senza dubbio una valenza molto importante che va oltre le schermaglie interne tra i partiti e la competizione tra chi è più o meno filogovernativo e fedele al governo centrale, ma fa parte di una visione più ampia finalizzata a sviluppare far crescere e costruire passo per passo la Repubblica di Corsica attribuendole una nuova soggettività internazionale. Lo rimarca Talamoni quando dice: “Per a prima volta dipoi u guvernu di Pasquale Paoli à u XVIIIu seculu, a Corsica hà messu à u so capu una maiurità libera di tutta duminazione parigina. In stu filu, guardendu duve elli sò l’interessi di a Corsica, ci giremu versu voi, isulani vicini di Sardegna”. E lo dimostra il fatto che l’Assemblea di Corsica (che è l’equivalente del nostro Consiglio Regionale) ha votato per la coufficcialità della lingua Corsa, per uno statuto fiscale Corso, per lo statuto di residenza per combattere la speculazione edilizia. Tutti passi importanti rispetto ai quali noi siamo abbastanza indietro.
Questo per chiarire che non basta fare gli indipendentisti una volta all’anno, quando vengono a trovarci i rappresentati di altri Governi, che sono indipendentisti e che magari fino a poco tempo fa quando sbarcavano in Sardegna ospiti degli indipendentisti sardi venivano trattati alla stregua di delinquenti bombaroli.
Va bene viversi le contraddizioni ma penso che da oggi in poi, dovremo iniziare a lavorare tutti insieme e anche assieme ai Corsi, Catalani, Baschi e Scozzesi per la costruzione della Repubblica Sarda indipendente all’interno di un’Europa dei Popoli dando un seguito concreto a questo storico incontro istituzionale che può essere il primo passo verso una concreta collaborazione che porti la Nazione Sarda a svilupparsi a livello politico, sociale e strutturale avendo ben chiaro che questo può accadere solo attraverso l’autodeterminazione e l’autogoverno del Popolo Sardo sul proprio territorio.
Simone Maulu