Qualche giorno fa l’amministrazione Comunale di Santa Teresa Gallura, guidata dalla sindaca Nadia Matta, ha promosso e presumibilmente autorizzato il posizionamento (in attesa di inaugurazione) di un busto in marmo bianco raffigurante Pierre Francois Marie Magnon in alta uniforme con annessa dicitura “…principiò l’opera di progresso in questa remota frontiera del Regno di Sardegna.”
Sarebbe peggio di arrivare a Fertilia o ad Arborea e trovarsi davanti ad una statua in onore di Benito Mussolini che viene ringraziato dai cittadini per aver fondato il paese.
Nell’anno 2021, quando in tutto il mondo il dibattito sui simboli e monumenti di personaggi storici che hanno dominato con crudeltà e si sono rivelati predatori violenti verso le popolazioni deboli, quando c’è un acceso dibattito sull’odonomastica dedicata alla casa Savoia e molti comuni sardi rimuovono la simbologia e rimuovono i loro nomi da vie e piazze a loro dedicate per intitolarle a chi ha dato lustro alla Sardegna, il paese di Santa Teresa Gallura in totale controtendenza pensa di dedicare un monumento per omaggiare uno dei rappresentanti più sanguinari e infami dei Savoia in Sardegna. P.F. M. Magnon!
Il fatto ancora più umiliante è che la statua dal tiranno è stata posizionata ai piedi della torre di Longosardo dove fu assassinato uno degli ultimi rivoluzionari sardi, Prete Francesco Sanna Corda, senza nessun rispetto per chi morì per la liberazione della Nazione Sarda. Senza nessun rispetto per la Sardegna e per il Popolo Sardo, che dai Savoia hanno subito deportazioni, violenze, furti. Di cui ancora portiamo indelebili cicatrici.
Sarebbe come posizionare una statua in onore di Adolf Hitler all’ingressodel campo di concentramento di Auschwitz.
Ma chi è Pierre Francois Marie Magnon? Costui arrivò in Sardegna nel 1799 come sottotenente dei Cacciatori Esteri. Nel gennaio del 1800 fu promosso luogotenente effettivo e nello stesso autunno, probabilmente, prese parte alla repressione dei moti antifeudali di Thiesi, soffocati nel sangue .
Il sacerdote Francesco Sanna Corda, insieme al notaio Francesco Cilocco, l’avvocato Gioacchino Mundula e altri protagonisti tentarono di pianificare una rivolta nel 1802 . Per capire fino in fondo la motivazione che spinse il Parroco Sanna Corda a invadere la Gallura, non si può prescindere dagli avvenimenti che interessarono la Sardegna negli anni precedenti, e in particolar modo, dai tumulti che infiammarono Cagliari a partire dal 1793 con l’invasione francese del suolo sardo e la cacciata dei Piemontesi nel 1794 culminate con il movimento guidato da Giovanni Maria Angioy nel 1795-96. Sanna Corda fu ucciso ai piedi della torre di Longonsardo, dove oggi l’amministrazione Matta ha posizionato la Statua del carnefice.
Magnon partecipò alla caccia e alla cattura del rivoluzionario Francesco Cilocco, su di lui pendeva una taglia di 50 scudi. Braccato in tutta l’isola fu catturato il 25 luglio dal Comandante Pier Francesco Maria Magnon e la sua truppa Grazie a questa dimostrazione di fedeltà alla volontà monarchica di repressione degli atti della rivoluzione sarda Pier Francesco Maria Magnon venne immediatamente nominato Comandante della Torre di Longon Sardo insieme all’Alcaide Don Giovanni Maria Taras, del quale Magnon chiede nella lettera del 07 febbraio 1803 la destituzione poiché non in grado, secondo lui, di difendere la costa.
Il patriota sardo Francesco Cilocco inquisito per essersi unito al Sanna Corda fu sottoposto ad una serie di torture perché rivelasse i nomi dei complici e i luoghi in cui si erano rifugiati ma lui non tradì i suoi compagni.
Fu flagellato dal boia e afforcato con sentenza dell’ 11 agosto. Il 30 agosto 1802, all’età di trentatré anni, pur disfatto per le torture subite, saliva sulla forca. Il suo corpo, rimasto esposto per diversi giorni, fu decapitato e la testa esposta in pubblica piazza da monito per tutti.
La disperata iniziativa rivoluzionaria di sottrarre la Sardegna al regime di sfruttamento e oppressione della monarchia sabauda, insieme alle speranze degli esuli sardi, si erano consumate nello spazio di dieci giorni.
Possiamo noi nel 2021 esaltare la figura che rappresentava la casa Savoia, che tanto ha depredato e insanguinato il meridione e la Sardegna? Possiamo dimenticarci che i Savoia hanno perpetuato un disboscamento della Sardegna, dei cui effetti soffriamo tutt’oggi? In Gallura, nello stazzo, una vasta parte del terreno era destinata a bosco, indispensabile per l’alimentazione degli uomini e degli animali domestici e per l’approvvigionamento di legna ( F. Caterini). Giuseppe Dessì scrive in Paese d’Ombre “ La salvaguardia delle foreste sarde non interessava ai governi piemontesi, la Sardegna continuava ad essere tenuta nel conto di una colonia da sfruttare, specialmente dopo l’unificazione del regno”. I Savoia sono stati il più grande flagello per il Meridione e per la Sardegna e sono stati colpevoli sino all’ultimo monarca Vittorio Emanuele III che ha permesso al fascismo di prendere il potere, e che ha firmato, senza opporsi, le leggi razziali. Un filo rosso quello che lega la fondazione di Santa Teresa Gallura ai Savoia, un filo rosso sangue.
Possiamo ancora pensare di ringraziare i piemontesi dedicando vie, piazze e monumenti? La storia racconta una parte, quella dei vincitori, che spesso confondiamo con la realtà dei fatti, ma se riuscissimo a ricercare la verità, a leggere le ragioni dei vinti, le ragioni dei rivoltosi, forse allora avremo un altra storia da imparare e altre statue da dedicare, sicuramente ai personaggi che hanno davvero dato lustro alla Nazione Sarda.
Possiamo nel 2021, quando in Sardegna si discute di cambiare l’odonomastica delle vie dedicate ai Savoia o a chi li rappresentava, mettere in pubblico luogo l’immagine di questa casata che dalla Sardegna ha solo preso, perfino il titolo regio? Santa Teresa Gallura è un paese che vuole lanciare messaggi di accoglienza e solidarietà, che ospita turisti che arrivano da tutto il mondo, un paese meraviglioso qual è Santa Teresa Gallura,e c’è chi vuole idolatrare personaggi storici di indubbia ferocia. I simboli sono ciò che ci rappresenta, non solo solo oggetti inanimati.
Finché avremo amministratori pubblici che non conoscono la propria storia e si comporteranno, in nome di tutti, da sottomessi e da colonizzati, da sudditi che adorano i propri carnefici, continueremo a compiere queste azioni fondate sul non senso e ben lontane da un processo di emancipazione culturale e politica. E finché i sardi non potranno studiare la propria storia a scuola non avranno gli strumenti per capire che personaggi come Magnon andrebbero ricordati come i peggiori colonizzatori mai passati in Sardegna.
iRS propone all’amministrazione comunale un dibattito pubblico, con la presenza di storici e studiosi, per analizzare e far conoscere a tutta la popolazione chi sono stati veramente i Savoia e chi era veramente Pierre Francois Marie Magnon. Poi sarà la Popolazione a decidere se omaggiare i carnefici o i liberatori della Sardegna.
iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna