A distanza di cinque anni dal disastro di Capoterra, in Sardegna non è cambiato nulla. Rivedendo sul web quelle tristi e strazianti immagini dell’Ottobre 2008, non possiamo far altro che constatare che da allora la situazione è solo peggiorata. Il dato sconcertante è che la classe politica in tutti questi anni non ha fatto altro che dedicare le sue energie al saccheggio e allo sfruttamento del territorio e questa devastazione ne è il risultato.
Cappellacci ha prorogato per la terza volta il piano casa incoraggiando di fatto gli abusi edilizi e le sanatorie e oggi dedica le sue energie a sponsorizzare le modifiche al PPR.
Bisognerebbe interrogarsi su questo; sul fatto che in Sardegna, l’incremento del terreno urbanizzato è cresciuto del 1154% rispetto agli anni cinquanta e non è proporzionale all’incremento demografico.
Perché vengono tollerarti gli abusi edilizi!? I dati forniti di recente dal PM Domenico Fiordalisi, che fece parlare di sè, oltre che per l’inchiesta su Quirra, proprio per la lotta agli abusi edilizi, fanno riflettere: oltre 500 abitazioni abusive (per le quali è stata disposta la demolizione) dalla costa di Santa Teresa di Gallura, Arzachena e Olbia, di cui molte inserite nella fascia protetta e quindi insanabili. 130 immobili demoliti in Ogliastra nell’ultimo anno.
Bisognerebbe chiedersi da quanto tempo non vengono effettuate le manutenzioni ai ponti, alle gallerie e alle strade e soprattutto perchè in Sardegna abbiamo delle infrastrutture così precarie!?
Altrettanto sconcertante il dato fornito dal geologo Fausto Pani che ha elaborato il Piano stralcio per l’assetto idrogeologico, e il Piano delle fasce fluviali, che molti amministratori comunali (tra cui Uras, Uta, Bosa e Terralba) hanno tentato di bloccare.
Questo sfruttamento dissennato del territorio, con fini meramente commerciali e speculativi deve finire. La creazione di questo sistema è il ricatto più grande che il nostro popolo potesse subire e sono complici di questa situazione tutti coloro che hanno promosso e assecondato l’ingresso nella nostra terra in tutti quei meccanismi atti a renderci dipendenti da un sistema economico che ha come scopo principale, non la vita umana ma l’arricchimento delle Società per Azioni. E’ arrivato il momento di darsi un etica, una nuova visione delle cose, che mette al centro la vita dell’uomo e del territorio.
Molte delle responsabilità di questo disastro sono politiche, proprio di quei politici che oggi fanno la passerella per invocare aiuto e dire “ci dispiace”.
iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna