12 febbraio 2008
Villacidro, 12 febbraio 2008. Da questa mattina alle 7 una delegazione di 50 attivisti di iRS è stata presente sul luogo del primo sfratto esecutivo ai danni delle aziende agricole sarde messe in ginocchio dal sistema del credito italiano e dalla cattiva politica della Regione Autonoma della Sardegna.
La presenza di iRS nell’azienda della Signora Francesca Pinna è stata dettata dalla nostra ferma volontà di impedire con metodi nonviolenti lo sfratto. iRS ha agito forte del fatto che questi sfratti sono da ritenere illegali sia sul piano morale che legislativo, considerato che lo stesso Parlamento italiano ha bloccato gli sfratti fino al prossimo luglio.
Dopo alcune ore di presidio poco fa il Tribunale di Cagliari ha diffuso un fonogramma in cui si annuncia il provvedimento di revoca dell’assegnazione dell’asta.
iRS giudica questo provvedimento giunto in extremis come una prima importante vittoria nella lotta per la difesa del comparto produttivo agricolo sardo.
Gli indipendentisti di iRS continueranno a sostenere sia politicamente che a livello pratico la lotta delle aziende agricole sarde.
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Isgàrrica s’artìculu: 2008-02-12 – Aziende agricole all’asta. iRS presidia l’azienda
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DOCUMENTI E VIDEO CORRELATI
– VIDEO DEI SERVIZI DEI TG SARDI SUL PRESIDIO DI iRS (da iTB)
– Vertenza agricoltori. iRS presenzia alle aste che vanno deserte. Comunicati e rassegna stampa.
– Non desiderare l’azienda d’altri. iRS diffida pubblicamente dall’acquisto di aziende sarde all’asta.
– iRS contro aste e truffe finanziarie delle banche contro agricoltori. Sit-in di iRS, aste deserte.
– Debiti agricoli, aste bloccate. Iniziative di iRS in solidarietà con agricoltori. Rassegna stampa
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RASSEGNA STAMPA SUL PRESIDIO
SARDEGNA OGGI | 12/02/08
Aziende agricole indebitate: nessuno sfratto a Villacidro
Con un provvedimento in extremis, stamattina il Tribunale di Cagliari ha revocato lo sfratto nei confronti di Francesca Pinna, l’imprenditrice agricola di Villacidro coinvolta insieme ad altre numerose famiglie sarde nell’indebitamento con le banche a causa dei mutui della Legge regionale 44 del 1988, bocciata nel 1997 dall’Unione europea. Secondo il giudice Donatella Aru, l’asta che aveva assegnato al vincitore il possesso di una casa dal valore di 600 mila euro, è illegitima.
CAGLIARI – Il documento di revoca è arrivato con un fonogramma proprio quando centinaia di persone – tra le quali i consiglieri della Provincia del Medio Campidano e molti indipendentisti dell’Irs, decisi a opporsi al provvedimento con metodi non violenti – attendevano sin dall’alba l’esecuzione dello sfratto.
Davanti alla casa di Francesca Pinna, alla periferia di Villacidro, dove vivono tre famiglie per un totale di quindici persone compresi alcuni bambini, non ci sono dunque state le scene drammatiche che si temevamo e non si sono viste né le forze dell’ordine né il vincitore dell’asta.
Per Gavino Sale, leader dell’Irs, si tratta di una grande vittoria, considerato che questi sfratti sono illegali sia dal punto di vista morale, sia dal punto di vista legale, perché lo stesso parlamento italiano li ha bloccati fino al prossimo luglio.
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AGI | 12/02/08
AZIENDE AGRICOLE INDEBITATE: IRS, BLOCCATO SFRATTO VILLACIDRO
Bloccato lo sfratto esecutivo, in programma stamane a Villacidro, della titolare di un’azienda agricola indebitata in seguito alla famigerata legge 44 del 1988 cassata dall’Unione Europea. Le da’ notizia il movimento indipendentista iRS che da stamane alle 7 era sul posto ta mattina con una delegazione di 50 attivisti.
La presenza di iRS nell’azienda della signora Francesca Pinna – si legge in una nota – e’ stata dettata dalla nostra ferma volonta’ di impedire con metodi nonviolenti lo sfratto.
iRS ha agito forte del fatto che questi sfratti sono da ritenere illegali sia sul piano morale che legislativo, considerato che lo stesso Parlamento italiano ha bloccato gli sfratti fino al prossimo luglio. Dopo alcune ore di presidio, il Tribunale di Cagliari ha diffuso un fonogramma in cui si annuncia il provvedimento di revoca dell’assegnazione dell’asta.
Per l’iRS questo provvedimento giunto in extremis e’ “una prima importante vittoria nella lotta per la difesa del comparto produttivo agricolo sardo”. Gli indipendentisti di iRS annunciano che continueranno a sostenere sia politicamente che a livello pratico la lotta delle aziende agricole sarde.
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LA NUOVA SARDEGNA | di Pier Giorgio PINNA | 13.02.2008
Niente sfratto, salva la famiglia Pinna
I giudici sospendono tutto e la «pasionaria» Francesca sviene
VILLACIDRO. La notte più lunga della famiglia Pinna non si è conclusa all’alba. Tra suspense e timori la tensione ha continuato a crescere per un paio d’ore. Ma è stato meglio attendere: perché fra i tanti drammi dell’indebitamento agricolo stavolta è arrivato il lieto fine. L’estenuante incubo ha avuto termine solo alle 9 del mattino, quando questa gente a rischio sfratto ha finalmente saputo: «Non perderemo la casa e neppure l’azienda: i giudici hanno sospeso lo sgombero», ha annunciato trionfante da un balcone Francesca Pinna alla piccola folla radunata davanti all’abitazione. Poi, per l’emozione, è svenuta, ma si è subito ripresa.
Al suo fianco, il coordinatore sardo di Altragricoltura Riccardo Piras e il leader dell’Irs Gavino Sale, che in queste settimane l’hanno sostenuta e incoraggiata. Giù in strada, tutti, 250-300 persone, hanno immediatamente applaudito, mettendosi a danzare e ballare sulle note di Procurade ‘e moderare barones sa tirannia: quasi una liberazione collettiva di fronte a quest’abitazione, ormai esposta a un sole splendente nel paese d’ombre che fu caro allo scrittore Giuseppe Dessì. Un’abitazione che intanto i militanti d’Indipendentzia Repubrica de Sardigna e dei comitati di lotta per la difesa di allevatori e contadini avevano trasformato in una specie di fortilizio con tanto di bandiere e striscioni dai toni eloquenti: Giù le mani dalle nostre terre: non vi daremo tregua, Su la testa: combattiamo il sistema usurante, Basta con le aste. Tutto dopo aver acceso nello spiazzo antistante un fuoco per riscaldarsi prima dell’alba.
E dopo aver innalzato, cantando Nanneddu meu, un enorme lenzuolo contro i malos approfittadores e accaparradores. La gente, sino a quell’istante, aspettava infatti l’ufficiale giudiziario con l’ordinanza di sfratto. Provvedimento seguito alla vendita all’asta della casa e dell’azienda con le galline per la produzione di uova. Atto a sua volta successivo all’indebitamento (da un iniziale prestito da 36 milioni di lire) nei confronti del Banco di Sardegna. Indebitamento provocato dalla famigerata legge regionale 44 del 1988, poi cassata in via definitiva nel 1997 dall’Unione europea.
invece, a sorpresa, è arrivato il fax fatto pervenire ai Pinna (ben dodici, complessivamente, i componenti della famiglia che abitano nella palazzina, al numero 11 di via Guido Rossa). A farlo pervenire, il loro legale, l’avvocato di Cagliari Margherita Falqui. Una decisione in extremis (presa dai giudici Gian Giacomo Pisotti, Donatella Aru e Giovanni La Rocca) sulla base dell’illegittimità dell’incanto. La sera prima, comunque, i carabinieri avevano confortato i Pinna dicendosi sicuri di una soluzione. Per l’intera mattina nessun altro rappresentante delle forze dell’ordine si è avvicinato. Solo una pattuglia della polizia urbana si è incaricata di deviare il traffico dal rione per evitare incidenti. «È una vittoria dell’unità e della tenacia», ha commentato Francesca Pinna, da sempre in prima fila per sostenere le ragioni di famiglia.
«Oggi vediamo che per combattere le ingiustizie non è più necessario morire: tutto ciò alimenta la nostra speranza», ha proseguito la donna, 42 anni, sposata, tre figli, una vita spesa nell’azienda avicola, alle spalle un lungo sciopero della fame davanti al palazzo della Regione. «Nei tempi in cui le cose andavano bene siamo arrivati a produrre ventimila uova al giorno da venticinquemila galline», raccontano poi, confortati dalle feste che tutti fanno attorno a loro, i suoi genitori, Carminetta Porcu, 69 anni, e Vincenzo Pinna, di 72. «Questo risultato giunge quando eravamo al collasso psicologico», aggiunge l’anziana signora. Che conclude: «Per un debito residuale di 20mila euro hanno cercato di portarci via la casa per poco più di 100mila quando ne vale almeno 600mila: una cosa vergognosa».
E il marito: «Sono rimasto in cassa integrazione per 20 anni. Nel frattempo ho garantito i prestiti con l’ipoteca sulla casa. Finalmente vediamo un po’ di luce». Sentimento condiviso da amici e parenti, pronti a continuare la festa per lo scampato pericolo con le pagnotte e il formaggio messi a disposizione per tutti nel cortile dell’abitazione alla periferia di Villacidro.
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LA NUOVA SARDEGNA | di Pier Giorgio PINNA | 13.02.2008
Dall’Irs ad Altragricoltura alla Cia: unanime soddisfazione
Il ruolo della Regione, l’interpretazione delle decisioni e l’esposto della Provincia in Procura
VILLACIDRO. Erano in tanti e tutti si sono voluti stringere ai Pinna per testimoniare la loro solidarietà. Oltre ai militanti ormai storici della lotta contro le esecuzioni immobiliari, arrivati a piccoli gruppi da Decimoputzu e dintorni, sindaci, amministratori locali, politici regionali, lavoratori, sindacalisti. Persino i sacerdoti delle tre parrocchie: don Franco Tuveri per la Madomma del rosario, don Giovannino Pinna per Santa Barbara, don Nico Massa per Sant’Antonio. Ma c’erano anche il sindaco di Villacidro, Franco Sedda, e la sua vice, Teresa Pani, l’assessore comunale all’Agricoltura, Salvatore Piga, e tanti consiglieri provinciali del Medio Campidano.
A parlare tra i primi, ricordando la recente presa di posizione dell’assemblea e della sua commissione, il presidente dell’organismo che si occupa dei temi della zooctenia, Luigi Deias, dell’Udeur: «Appena venuti a conoscenza di questo caso, ce ne siamo occupati immediatamente: è incredibile che l’agricoltura sarda paghi per l’incapacità delle giunte regionali, e in generale della politica, di risolvere le difficoltà. Abbiamo inviato un esposto alla procura della Repubblica perché esamini l’eventuale presenza d’illeciti in questa e altre situazioni».
Rincara la dose per l’Irs Gavino Sale: «È stata una grande vittoria: questi sfratti sono irregolari sia dal punto di vista morale sia dal punto di vista legale perché lo stesso parlamento italiano li ha bloccati fino al prossimo luglio». Il riferimento è a una circostanza ricordata dall’assessore all’Agricoltura, Francesco Foddis: «La Regione lavora senza soste sulla vertenza dell’indebitamento. È già stato avviato il processo di “due diligence” con Banco di Sardegna e Sfirs per l’acquisizione del pacchetto-prestiti legati alla 44. Accolgo perciò con favore questa sospensione, segno che l’accordo del 20 novembre tra noi e il principale creditore, nonché quanto contenuto nella Finanziaria dello Stato sul blocco delle aste, sono fatti concreti». «Con la rimodulazione degli interessi a tasso legale per anno e con l’abbattimento del capitale concordato, ammonterebbe a poco più di 50 milioni di euro – è la sua conclusione – Adesso operiamo soprattutto perché gli agricoltori interessati al contenzioso vengano riportati in un circolo virtuoso e possano tornare a produrre». «Uno straordinario successo delle donne sarde dopo lo sciopero della fame delle scorse settimane»: così giudica la giornata di ieri Bettina Pitzurra, dell’Irs. Secondo la militante indipendentista, l’impegno di tutte le dimostranti è servito a difendere «il nostro grande patrimonio direttamente collegato alla terra, dalla dea madre a oggi».
Esulta Riccardo Piras, di Altragricoltura: «Certo, questo è il passo iniziale di un lungo cammino, ma un passo importante. La procedura scelta dai magistrati costituisce un precedente. Rimette in discussione, di fatto, tutte le vendite all’asta derivanti dall’indebitamento causato dalla legge 44». L’avvocato Margherita Falqui, legale dei Pinna per conto della Cia, chiarisce: «Il tribunale ha in sostanza detto al giudice dell’esecuzione: prima di consentire il passaggio di un bene vigila sull’equità del prezzo di aggiudicazione ed evita fenomeni speculativi, stabilendo così una linea interpretativa ben definita».
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IL GIORNALE DI SARDEGNA | di Ennio NERI | 13/02/08
Caso agricoltori. Provvedimento in extremis del tribunale: Asta illegittima
DEBITI, RIVOLTA A VILLACIDRO, LA CASA PER ORA è IN SALVO
Centinaia di persone davanti all’abitazione dell’imprenditrice colpita dal provvedimento
Primo round per a favore degli agricoltori. Grazie a un provvedimento in extremis del Tribunale, Francesca Pinna è salva. Per il giudice l’asta che assegnava al vincitore la sua casa per 600mila euro è illegittima e lo sfratto, nei confronti dell’imprenditrice agricola di Villacidro, (coinvolta insieme ad altre numerose famiglie sarde nell’indebitamento con le banche a causa dei mutui della Legge regionale 44 del 1988, bocciata nel 1997 dall’Unione europea), è stato revocato ieri dal Tribunale. Il documento di revoca è arrivato con un fonogramma proprio quando centinaia di persone, tra le quali i consiglieri della Provincia del Medio Campidano e 50 attivisti dell’Irs, decisi a opporsi al provvedimento con metodi non violenti, attendevano sin dall’alba l’esecuzione dello sfratto. Davanti alla casa di Francesca Pinna, alla periferia di Villacidro, non si sono viste né le forze dell’ordine, né il vincitore dell’asta.
Per leader dell’Irs Gavino Sale, «si tratta di una grande vittoria, considerato che questi sfratti sono illegali sia dal punto di vista morale, sia dal punto di vista legale, perchè lo stesso parlamento italiano li ha bloccati fino al prossimo luglio».
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CAGLIARI, TRIBUNALE SOSPENDE ESECUZIONE ASTA A IMPRESA AGRICOLA
In Sardegna circa 5 mila aziende nella stessa situazione
Il Tribunale di Cagliari ha sospeso l’esecuzione dell’asta giudiziaria nei confronti di Francesca Pinna, titolare di un’azienda agricola di Villacidro, strozzata da un debito di 36 milioni di lire, circa 18 mila euro, contratto nel 1984.
Stamattina, davanti all’azienda di Francesca Pinna erano presenti anche gli indipendentisti dell’Irs e i rappresentanti del movimento Altragricoltura. Gli indipendentisti aspettavano l’esecuzione dello sfratto, che non è avvenuto, pronti a manifestare pacificamente. L’Irs ha anche diffuso un comunicato nel quale si definiscono “illegali gli sfratti anche alla luce del provvedimento del Parlamento che li ha bloccati fino a luglio”. Irs giudica il provvedimento di revoca dell’asta, da parte del Tribunale di Cagliari, “una prima vittoria nella lotta per la difesa del comparto produttivo agricolo sardo”.