L’immediata accettazione dei rifiuti campani da parte della Regione Sardegna mette tutti i sardi davanti ad un’evidenza. Il problema dei sardi non sono certo i napoletani e al limite nemmeno il Governo italiano, che in fin dei conti ha dato alle varie Regioni la libertà di pronunciarsi sulla possibilità o meno di accogliere i rifiuti. Il nostro problema è ancora una volta la classe dirigente unionista e autonomista che governa contro i sardi e contro la Sardegna, con ben poche differenze quando è di centrodestra (ricordate le scorie nucleari e i fumi d’acciaieria?) o di centrosinistra.
L’assurdità e il non senso sono dunque sotto gli occhi di tutti: siamo in mano una classe dirigente che governa in Sardegna in nome di interessi esterni, in nome degli interessi dello Stato italiano. Mentre le regioni del nord Italia, corresponsabili di quello che succede in Campania, se ne lavano le mani fregandosene altamente di qualunque italica “solidarietà nazionale” qui in Sardegna invece ci si immola per primi non si sa bene con quale vantaggio e con quale senso.
Vista la passione e la solerzia con cui la classe dirigente sarda desidera questi rifiuti, e desidera sacrificarsi in nome della fratellanza italiota, sarebbe bene che di immondezza se ne chiedesse in quantità sufficiente per seppellire definitivamente il palazzo della Regione e l’assurda stagione dell’Autonomia.
In attesa di vedere la classe politica autonomista seppellita dalla sua stessa idiozia noi indipendentisti di iRS ci batteremo a favore dei sardi perché i rifiuti non sbarchino in Sardegna e non si ripeta la storia e la profezia contenuta in ogni dizionario della lingua italiana. Lo aprano i sardi e cerchino la parola SARDIGNA: troveranno che nell’antichità era il nome italiano della Sardegna e contemporaneamente il luogo deputato ad accogliere i rifiuti e gli scarti infetti. Talmente era forte il disprezzo per la Sardegna e la sua diversità che il suo nome venne fatto corrispondere al luogo più immondo delle città italiane.
Oggi la storia cerca di ripetersi, ma ciò che dobbiamo aver chiaro è che a trattare la Sardegna come un immondezzaio sono dei sardi che dicono di governarci nei nostri interessi. Noi di iRS faremo il possibile per evitare che la storia si ripeta e siamo sicuri che i sardi staranno dalla nostra parte, ora e nel momento delle prossime scelte elettorali. La verità infatti è che l’unionismo, anche se si ammanta di sardità, è sempre pronto a sacrificare il bene dei sardi a favore del bene dell’Italia: messo davanti a una scelta butta giù dalla torre la nazione sarda e salva quella italiana, anche a costo di un suicidio collettivo.
Lo tengano ben presente i sardi, ora e nei momenti delle scelte future: non è più tempo di tapparsi il naso e accettare il “male minore”, è tempo di fare un respiro profondo, pulito, e decidersi a fare il nostro bene.
Franciscu Sedda
Esecutivo Nazionale di iRS
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COMUNICATO DEL 9 GENNAIO 2008 | ORE 14:00
Che i rifiuti siano un affare sporco, molto più sporco di quanto appaiano, è un dato ormai condiviso. La povera gente che se li trova ammucchiati sotto casa li sente puzzare ma qualcun altro di quella stessa immondizia inspira a pieni polmoni il profumo dei soldi.
Alcuni di questi paradossi li ha spiegati un giovane italiano e napoletano che di solidarietà ne merita davvero tanta, Roberto Saviano. In una recente intervista al TG1, interpellato proprio sull’emergenza rifiuti, Saviano ha spiegato nuovamente quanto sono lunghe le trame della speculazione sullo smaltimento. Ma soprattutto ha ribadito che il nodo dell’attuale questione sta nella perversa “alleanza” fra gli interessi delle ricche regioni dell’Italia settentrionale – ossessionate dalla necessità di sbarazzarsi dei loro rifiuti – e gli interessi camorristici pronti a lucrare su questa necessità. Per questo Saviano ne concludeva che per risolvere il problema bisognava incidere su questo rapporto e che a farsene carico dovevano essere anche e in primo luogo le regioni italiane settentrionali.
La malaccorta idea del governo italiano di chiedere “solidarietà” alla Sardegna suona dunque ancor più offensiva e insensata del solito. La solita Italia in degrado e incapace di risolvere strutturalmente i suoi problemi si appella agli stati d’emergenza e piagnucola solidarietà in Sardegna.
Ma la cosa triste è che qui da noi ancora si subisce il ricatto morale di queste lacrime di coccodrillo. Perché il presidente della Regione Fiera della Sardegna, facendosi interprete dello sbandierato sentire collettivo dei sardi, non ha subito risposto sdegnato che noi orgogliosi sardi badiamo prima di tutto ai nostri interessi? Perché il presidente della Regione Piagnucolosa della Sardegna non ha risposto che è da anni che diciamo che fra tutti siamo noi “i più poveri e disgraziati” e che non è dunque sensato che un ricco vada a chiedere credito a uno che fa l’elemosina in strada? Perché il presidente della Regione Ingenua della Sardegna non ha subito approfittato dell’occasione per dire che se volevano solidarietà prima dovevano mettersi una mano sulla coscienza e l’altra in tasca e risolvere all’istante il problema della “solidarietà” che i sardi hanno dato all’Italia regalando allo Stato, per sedici anni, i soldi delle proprie tasse, i soldi ci servivano per la gestione quotidiana della nostra amministrazione, della nostra economia, della nostra esistenza?
Ovviamente un indipendentista la risposta la sa, ed è il fatto che dietro la parola Autonomia si cela la realtà continuamente e orgogliosamente sbandierata dal Presidente della Regione Autonoma Renato Soru, ovvero il motto sardista “La Regione è lo Stato in Sardegna”. Insomma, la Regione come una grande prefettura, pronta a sacrificare i diritti dei sardi agli interessi e alle emergenze dello Stato.
Si sappia dunque che i tentativi di commuoverci e sottilmente ricattarci con la parola “solidarietà” possono forse far presa sui deboli e complessati unionisti – i veri “leghisti” sardi, quelli che di notte si lamentano dello Stato cattivo e di giorno governano e difendono l’Italia – ma non certo su noi indipendentisti. Il nostro indipendentismo non-nazionalista è pronto a solidarizzare con tutti ma non a lasciare che si perpetrino altre ingiustizie nei confronti dei sardi e della Sardegna. Solidarietà non può voler dire idiozia, solidarietà non può essere il cavallo di Troia per ingoiare ogni ingiustizia. Per questo iRS è pronta a lottare in forma determinata e nonviolenta contro un’ennesima insensatezza.
Che l’Italia chieda aiuto alla Sardegna – e si noti che non la chiede invece alla Francia o all’Austria – è infatti semplicemente ridicolo ed offensivo. Offensivo dei nostri interessi, della nostra dignità ed anche della nostra intelligenza: o si crede davvero che noi sardi siamo ancora tutti così ingenui da farci sterminare in qualche nuova trincea del Carso in nome di un “interesse nazionale” che non è mai quello della nostra nazione?
Un’ultima, importante, questione. Se vogliamo veramente aiutare gli altri impariamo a gestire i nostri rifiuti, a sprecare di meno, a creare – imparando da chi ha fatto bene in giro per il globo – un nostro modello di raccolta, smaltimento, riciclo che sia condiviso dalla comunità, rispettoso dell’ambiente ed efficace economicamente. Il buon esempio è la miglior “solidarietà” che possiamo dare al nostro pianeta e alle persone oneste e volenterose di cambiamenti reali, persone che per fortuna si trovano a Napoli così come in ogni altra parte del mondo.
Franciscu Sedda
Esecutivo Nazionale di iRS
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Isgàrrica s’artìculu: 2008-01-09 – La politica unionista sarda agisce nell’interesse italiano
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Scarica il file: Volantino iRS su immondizia italiana
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APPROFONDIMENTO
Mondezza Connection. Soluzioni e progetti condivisi sul tema dello smaltimento dei rifiuti
Di Gabriele Littera