Lacrimogeni, arresti, scontri violenti tra allevatori e forze dell’ordine. Questo l’esito di una nuova manifestazione dei pastori sardi, questo il risultato della politica autonomista. Una politica vergognosa, inconcludente che sta spingendo i sardi all’esasperazione, ad una disperazione senza ritorno che rischia di assumere, sebbene da parte di pochi, forme violente, come piacerebbe a tutti coloro che vogliono pescare nel torbido per cavalcare l’onda o reprimere chi legittimamente manifesta le proprie istanze.
iRS invita la Regione Sardegna ad intervenire con risposte organiche e concrete sul dramma del mondo agropastorale.
iRS invita i pastori sardi a continuare a portare avanti in forma nonviolenta e propositiva le proprie istanze, senza lasciarsi strumentalizzare da chicchessia e senza accontentarsi di promesse o soluzioni d’emergenza.
iRS chiede ai sardi di riflettere profondamente sulla qualità della propria rappresentanza politica, sull’incapacità della classe dirigente sarda autonomista di governare la nostra terra negli interessi dei sardi che ci vivono e lavorano.
iRS invita tutti i sardi ad aprire ancora una volta gli occhi su ciò che sta accadendo negli ultimi mesi sulla pelle di chi non ha più futuro come appunto i pastori, donne e uomini che si aggiungono alle altre migliaia di sardi – giovani precari e disoccupati, operai e agricoltori, piccoli artigiani e commercianti – defraudati di qualsiasi prospettiva.
iRS ribadisce infine la sua solidarietà ai lavoratori del comparto agropastorale e continua a lavorare per un progetto di reale rilancio del settore dell’allevamento in modo da dare ai sardi quelle risposte che il governo sardo, muto, cieco e sordo di fronte alla tragicità che i sardi vivono quotidianamente da anni, non sa e non vuole dare.
–
–
Ornella Demuru
Segretario Nazionale iRS
–