Grande successo del convegno iRS a Porto Torres.

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Trattati i temi scottanti dell’inquinamento e delle bonifiche

iRS Sassari prende atto con grande soddisfazione dell’ottimo successo del convegno “Turritani contro l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” organizzato sabato scorso nella sala “Filippo Canu”a Porto Torres dagli attivisti e dai simpatizzanti locali. Oltre 150 i presenti che con attenzione hanno seguito la presentazione dell’incontro, ad opera di esperti del settore, politici e rappresentanti delle istituzioni, e preso parte al dibattito finale. Moderato da Alessandro Derrù, sostenitore cittadino, il convegno ha preso il via poco prima delle 19 per concludersi dopo oltre tre ore intense di interventi, domande e considerazioni che hanno coinvolto i relatori e i presenti nella sala.

Derrù affida alle suggestive immagini dei primi anni ‘60 proiettate sul maxischermo alle spalle del tavolo dei lavori la presentazione dei temi che si svilupperanno nel corso della serata. Si parte dal “Piano di Rinascita”, che vide i vari Rovelli e Moratti impiantarsi in Sardegna a Porto Torres e Sarroch, “a seguito di una campagna di demonizzazione della pastorizia e di una falsa presentazione che politici e giornali dell’epoca utilizzarono per giustificare le installazioni delle industrie in un territorio, quello sardo, che ben poco aveva a che fare con le ciminiere e lo sconsiderato sviluppo industriale”. Bastarono infatti poco più di dieci anni dall’avvento del petrolchimico per vedere arrivare le prime cassintegrazioni e, di conseguenza, i primi trasferimenti degli operai dalle fabbriche alle piazze con una serie di scioperi a manifestare i problemi e i disagi dei lavoratori, delle loro famiglie, delle popolazioni.

Primo intervento affidato al presidente di “Sardegna AmbienteLello Cau, che partendo ironicamente e con semplicità dal detto comune “chi rompe paga”, ha fornito una serie di dati che dimostrano come nel caso di Porto Torres, e di tanti altri comuni, nonostante alcuni articoli della Costituzione italiana e decreti legislativi dello stato italiano prevedano precisi doveri per le aziende inquinanti – leggi il riparare ai danni arrecati ai territori -, l’equivalenza con il “chi sporca pulisce” non solo non trova applicazione, ma non trova neppure un limite o un termine. Dagli elementi forniti dalle stesse aziende operanti nel petrolchimico, ad esempio Syndial (oggi Polimeri Europa), si evince infatti che vengono forniti regolarmente al Ministero dell’Ambiente dati relativi alle emissioni in aria e acqua delle sostanze inquinanti esponenzialmente superiori alla norma, senza che questo porti ad una presa di posizione delle autorità competenti volta all’interruzione di tali attività dannose ed inquinanti.

La parola è poi passata a Vincenzo Migaleddu, medico radiologo di “Medici per l’ambiente” che studia le relazioni fra l’ambiente che ci circonda e l’incidenza della sua contaminazione sull’aumento dei tumori, in particolare nella prima infanzia e nell’adolescenza, portando il territorio sassarese a primeggiare nelle banche dati del registro italiano tumori. Molto interessanti le spiegazioni sulla pericolosità delle nanoaparticelle, monitorate con apposite centraline che dovrebbero segnalare il superamento dei limiti consentiti, sulle direttive EU 2008 che obbligano gli stati alla riduzione al di sotto di 20 ug/m3 entro il 2015, unite alla rivelazione che al momento sono attive solo centraline in grado di monitorare i livelli di PM 10 ma non le più sottili e insidiose di PM 2,5.

Il terzo intervento è del sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa, che ringrazia iRS per l’invito e presenta il suo intervento legato a darsena, bonifiche ed energia, riprendendo i temi trattati dagli esperti che lo hanno preceduto. Per quanto riguarda la darsena, il sindaco Scarpa conferma di aver avuto rassicurazione che il territorio turritano sarà interessato dalla più grande bonifica d’Europa per estensione e somme stanziate, e di poter quindi affermare che sono in corso una serie di provvedimenti volti a salvaguardare i cittadini in misura superiore a quanto non sia stato fatto negli ultimi 40 anni. «È interesse comune che le bonifiche vengano fatte presto e bene. Sono stati presentati la maggior parte dei progetti e risultano essere già stanziate importanti risorse, in particolare per quanto riguarda tre tipologie di intervento: acque di falda, suoli e Minciaredda – anche se in quest’ultimo caso fra Syndial e gli enti locali manca l’intesa sulle modalità operative -. È interesse di tutti, Eni compresa, il rimettere a disposizione della comunità i territori bonificati». Chiusura dedicata alle posizioni dell’amministrazione comunale sull’energia, dal secco no al nucleare, più volte ribadito già in campagna elettorale, al carbone, alla Eon ed al Galsi

Prima degli interventi degli esponenti di iRS, parola all’assessore all’ambiente della provincia Paolo De Negri, che rende merito ad iRS di aver organizzato un dibattito su un argomento come quello delle bonifiche che in questo periodo è colpevolmente ignorato. L’assessore parla di oltre 500 milioni di euro già stanziati per le bonifiche, atto dovuto da mettere in cantiere con urgenza, alle quali chiaramente potranno partecipare le imprese sarde che possiedono i requisiti, e si sofferma sull’emergenza benzene, i cui livelli superano esageratamente i limiti consentiti, per la quale la provincia ha intrapreso le dovute attività di verifica insieme alla regione e agli altri enti. De Negri affronta il tema del temuto arrivo della nave contenente una quantità imprecisata di fok, un residuo della lavorazione dell’acetilene riclassificato nel 2005 come combustibile, che avrebbe dovuto bruciare negli stabilimenti della Polimeri Europa fra le perplessità dell’amministrazione provinciale: «Occorre chiedere misure di salvaguardia dell’ambiente, e questo non deve assolutamente essere visto come un atto contro l’occupazione ma indirizzato verso la salvaguardia del territorio. Per questo la posizione della provincia proseguirà lungo la linea della fermezza, non certo dell’ostilità».

Nello Cardenia, coordinatore politico di iRS Sassari, ringrazia i ragazzi di Porto Torres per l’organizzazione del dibattito primo di una serie che vedrà iRS impegnata per tutto l’inverno a portare fra la gente una serie di temi fondamentali per il territorio. Un ringraziamento d’obbligo anche per tutti gli intervenuti, che «anche se osservano da posizioni di partenza differenti devono trovare una convergenza su un tema importante come il risanamento ambientale, azione che spetta per legge alle azienda che hanno prodotto i danni». Cardenia pone l’accento sulla necessità di non mettere in contrapposizione i diritti al lavoro allo sviluppo e ad un ambiente pulito. Lo scontro tra diritti che spesso mette in contrapposizione le diverse posizioni deve necessariamente spostare l’obiettivo sul modello di sviluppo che sarà posto in essere quando le bonifiche diventeranno una realtà. Per iRS la sovranità rivoluzionerebbe il peso della Sardegna in ogni genere di contrattazione a tutti i livelli, risolvendo molti dei problemi che ad oggi sembrano insormontabili causa mancato potere decisionale della nostra classe politica che non riesce a imporre le bonifiche, queste si, come un vero diritto delle popolazioni dei territori inquinati.

Conclusione affidata a Gavino Sale, presidente nazionale di iRS che con piacere riscontra un cambiamento rispetto a quando nel 2005 iRS per prima scoperchiò l’inferno di Minciaredda rischiando il linciaggio perché con la sua azione sembrava aver messo a rischio i posti di lavoro: «iRS rifiuta e condanna fermamente l’idea che si debba scegliere tra lavoro e morte. iRS non sopporterà più che si provi a far passare il messaggio che si deve accettare un malato di cancro in più per un posto di lavoro. Il dramma esistenziale che intere popolazioni hanno subito da Sarroch a Porto Torres alle zone dei poligoni militari è un dramma fisico ma anche psichico – spiega Sale – Per questo è importante che oggi siano riunite in questa sala tante persone insieme a tecnici ed esperti che studiano il problema e a politici che collaborano». In riferimento alle vicende in esame, iRS ha utilizzato la nave carica di fok come detonatore per focalizzare l’attenzione della stampa e dei cittadini su un problema reale e importante: «Chi ha inquinato deve pagare, i soldi per le bonifiche ci sono e devono essere utilizzati».

Risulta emblematico il fatto che solo per rimettere in sicurezza Marghera sia stata spesa una cifra cinque volte superiore ai 530 milioni di euro stanziati per la bonifica di Porto Torres: «Se le istituzioni e le aziende inquinanti hanno dichiarato che sul Golfo dell’Asinara sarà effettuata la più grande bonifica d’Europa significa che siamo in presenza del disastro ambientale più grande d’Europa. Ci vorranno oltre 20 anni per disinquinare e per questo bisogna creare un clima di collaborazione fra autorità, cittadini e associazioni – chiude il presidente nazionale iRS – L’intera Sardegna offre diverse opportunità, e proprio nell’isola dell’Asinara, per restare nel territorio del sassarese, si potrebbero creare diverse e validissime, alternative fra turismo, pesca e, perché no, importanti scuole estive al centro del Mare Mediterraneo».

Spazio finale occupato dalle interessanti domande poste ai relatori dall’interessata platea, a testimonianza dell’importanza dell’argomento, dell’attenzione dei cittadini e dell’ottima organizzazione dei ragazzi di iRS Porto Torres

Scarica il PDF 47 30.11.10 Grande successo del convegno Turritani contro l’inquinamento

Tàtari, 30 novembre 2010

Luigi Peruzzu

iRS Tàtari Resp. della Comunicazione

RASSEGNA STAMPA

iRS: Inquinamento, falsità e bonifiche
Successo del convegno a Porto Torres
01/12/2010di Daniele Giola – Sassarinotizie.com

Gavino Sale, leader iRS (foto: irsonline.net)SASSARI.
Si è rivelato un buon successo il convegno “Turritani contro l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” organizzato lo scorso sabato dall’Irs a Porto Torres.

Oltre 150 i presenti nella sala “Filippo Canu” che hanno seguito gli interventi di esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni locali e politici. Per tre ore, dense di contenuti, sono stati affrontati svariati temi. Come il cosiddetto “Piano di Rinascita” che intorno agli anni ’60 vide i vari Rovelli e Moratti stabilizzarsi in Sardegna (a Porto Torres e Sarroch) a seguito – come sottolineato dai diversi relatori – di una campagna di demonizzazione della pastorizia per giustificare le installazioni delle industrie.

Nel convegno si è parlato anche di come “bastarono poco più di dieci anni dall’avvento del petrolchimico per vedere le prime cassintegrazioni e i primi trasferimenti degli operai dalle fabbriche alle piazze con una serie di scioperi e manifestazioni”.

Il presidente di “Sardegna Ambiente” Lello Cau, ha sottolineato che un’azienda come la Syndial (oggi Polimeri Europa) nonostante abbia regolarmente fornito al ministero dell’Ambiente dati relativi alle emissioni di sostanze inquinanti esponenzialmente superiori alla norma, non sia andata incontro a precise prese di posizione (come l’interruzione di tali attività) da parte delle autorità competenti.

La parola è poi passata a Vincenzo Migaleddu, medico radiologo di “Medici per l’ambiente” che ha evidenziato il triste primato del territorio sassarese nelle banche dati del registro italiano tumori. Il sindaco di Porto Torres, Beniamino Scarpa, ha affrontato temi legati alla darsena confermando di aver avuto rassicurazioni che il territorio turritano sarà interessato dalla più grande bonifica d’Europa per estensione e somme stanziate. “Gli interventi – ha spiegato il sindaco turritano si divideranno per tipologie: acque di falda, suoli e Minciaredda”.

Dopo altri interventi di assessori, politici e militanti la chiusura del convegno è stata affidata a Gavino Sale, presidente nazionale di Irs, che con piacere ha voluto sottolineare un cambiamento rispetto a quando nel 2005 il movimento scoperchiò per prima l’inferno di Minciaredda rischiando il linciaggio perché con la sua azione sembrava aver messo a rischio i posti di lavoro.

“Irs rifiuta e condanna fermamente l’idea che si debba scegliere tra lavoro e morte. Non sopporterà più che si provi a far passare il messaggio che si deve accettare un malato di cancro in più per un posto di lavoro – ha detto Sale -. Chi ha inquinato deve pagare, i soldi per le bonifiche ci sono e devono essere utilizzati”.

30 novembre 2010 – Alguer.it

L´intervento di Nello Cardenia e Gavino Sale al dibattito “Turritani contro l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” di Porto Torres
«Chi ha inquinato deve pagare»


PORTO TORRES – Spazio anche agli attivisti iRS nel convegno “Turritani contro l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” organizzato sabato scorso nella sala “Filippo Canu” a Porto Torres. Nello Cardenia, coordinatore politico di iRS Sassari, ringrazia i ragazzi di Porto Torres per l’organizzazione del dibattito primo di una serie che vedrà iRS impegnata per tutto l’inverno a portare fra la gente una serie di temi fondamentali per il territorio. Un ringraziamento d’obbligo anche per tutti gli intervenuti, che «anche se osservano da posizioni di partenza differenti devono trovare una convergenza su un tema importante come il risanamento ambientale, azione che spetta per legge alle azienda che hanno prodotto i danni».

Cardenia pone l’accento sulla necessità di non mettere in contrapposizione i diritti al lavoro allo sviluppo e ad un ambiente pulito. Lo scontro tra diritti che spesso mette in contrapposizione le diverse posizioni deve necessariamente spostare l’obiettivo sul modello di sviluppo che sarà posto in essere quando le bonifiche diventeranno una realtà. Per iRS la sovranità rivoluzionerebbe il peso della Sardegna in ogni genere di contrattazione a tutti i livelli, risolvendo molti
dei problemi che ad oggi sembrano insormontabili causa mancato potere decisionale della nostra classe politica che non riesce a imporre le bonifiche, queste si, come un vero diritto delle popolazioni dei territori inquinati.

Conclusione affidata a Gavino Sale, presidente nazionale di iRS che con piacere riscontra un cambiamento rispetto a quando nel 2005 iRS per prima scoperchiò l’inferno di Minciaredda rischiando il linciaggio perché con la sua azione sembrava aver messo a rischio i posti di lavoro: «iRS rifiuta e condanna fermamente l’idea che si debba scegliere tra lavoro e morte. iRS non sopporterà più che si provi a far passare il messaggio che si deve accettare un malato di cancro in più per un posto di lavoro. Il dramma esistenziale che intere popolazioni hanno subito da Sarroch a Porto Torres alle zone dei poligoni militari è un dramma fisico ma anche psichico – spiega Sale – per questo è importante che oggi
siano riunite in questa sala tante persone insieme a tecnici ed esperti che studiano il problema e a politici che collaborano».

In riferimento alle vicende in esame, iRS ha utilizzato la nave carica di fok come detonatore per focalizzare l’attenzione della stampa e dei cittadini su un problema reale e importante: «Chi ha inquinato deve pagare, i soldi per le bonifiche ci sono e devono essere utilizzati». Risulta emblematico il fatto che solo per rimettere in sicurezza Marghera sia stata spesa una cifra cinque volte superiore ai 530 milioni di euro stanziati per la bonifica di Porto Torres: «Se le istituzioni e le aziende inquinanti hanno dichiarato che sul Golfo dell’Asinara sarà effettuata la più grande bonifica d’Europa significa che siamo in presenza del disastro ambientale più grande d’Europa».

«Ci vorranno oltre 20 anni per disinquinare e per questo bisogna creare un clima di collaborazione fra autorità, cittadini e associazioni – chiude il presidente nazionale iRS – L’intera Sardegna offre diverse opportunità, e proprio nell’isola dell’Asinara, per restare nel territorio del sassarese, si potrebbero creare diverse e validissime, alternative fra turismo, pesca e, perché no, importanti scuole estive al centro del Mare Mediterraneo».

Nella foto: Nello Cardenia

30 novembre 2010  – Alguer.it

Ottimo successo del convegno “Turritani contro l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” organizzato sabato scorso nella sala “Filippo Canu” a Porto Torres dagli attivisti e dai simpatizzanti locali iRS
iRS, occhi puntati sull´inquinamento


PORTO TORRES – Ottimo successo del convegno “Turritani contro
l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” organizzato sabato scorso nella sala “Filippo Canu” a Porto Torres dagli attivisti e dai simpatizzanti locali iRS. Oltre 150 i presenti che con attenzione
hanno seguito la presentazione dell’incontro, ad opera di esperti del settore, politici e rappresentanti delle istituzioni, e preso parte al dibattito finale. Moderato da Alessandro Derrù, sostenitore cittadino, il convegno ha preso il via poco prima delle 19 per concludersi dopo oltre tre ore intense di interventi, domande e considerazioni che hanno coinvolto i relatori e i presenti nella sala.

Derrù affida alle suggestive immagini dei primi anni ‘60 proiettate sul maxischermo alle spalle del tavolo dei lavori la presentazione dei temi che si svilupperanno nel corso della serata. Si parte dal “Piano di
Rinascita”, che vide i vari Rovelli e Moratti impiantarsi in Sardegna a Porto Torres e Sarroch, «a seguito di una campagna di demonizzazione della pastorizia e di una falsa presentazione che politici e giornali
dell’epoca utilizzarono per giustificare le installazioni delle industrie in un territorio, quello sardo, che ben poco aveva a che fare con le ciminiere e lo sconsiderato sviluppo industriale». Bastarono infatti poco più di dieci anni dall’avvento del petrolchimico per vedere arrivare le prime cassintegrazioni e, di conseguenza, i primi trasferimenti degli operai dalle fabbriche alle piazze con una serie di scioperi a manifestare i problemi e i disagi dei lavoratori, delle loro famiglie, delle popolazioni.

Primo intervento affidato al presidente di “Sardegna Ambiente” Lello Cau, che partendo ironicamente e con semplicità dal detto comune “chi rompe paga”, ha fornito una serie di dati che dimostrano come nel caso di Porto Torres, e di tanti altri comuni, nonostante alcuni articoli della Costituzione italiana e decreti legislativi dello stato italiano prevedano precisi doveri per le aziende inquinanti – leggi il riparare ai danni arrecati ai territori – l’equivalenza con il “chi sporca pulisce” non solo non trova applicazione, ma non trova neppure un limite o un termine. «Dagli elementi forniti dalle stesse aziende operanti nel petrolchimico, ad esempio Syndial (oggi Polimeri Europa), si evince infatti che vengono forniti regolarmente al Ministero dell’Ambiente dati relativi alle emissioni in aria e acqua delle sostanze inquinanti esponenzialmente superiori alla norma, senza che questo porti ad una presa di posizione delle autorità competenti volta all’interruzione di tali attività dannose ed inquinanti».

La parola è poi passata a Vincenzo Migaleddu, medico radiologo di “Medici per l’ambiente” che studia le relazioni fra l’ambiente che ci circonda e l’incidenza della sua contaminazione sull’aumento dei tumori, in particolare nella prima infanzia e nell’adolescenza, portando il territorio sassarese a primeggiare nelle banche dati del registro italiano tumori. Molto interessanti le spiegazioni sulla pericolosità delle nanoaparticelle, monitorate con apposite centraline che dovrebbero segnalare il superamento dei limiti consentiti, sulle direttive EU 2008 che obbligano gli stati alla riduzione al di sotto di 20 ug/m3 entro il 2015, unite alla rivelazione che al momento sono attive solo centraline in grado di monitorare i livelli di PM 10 ma non le più sottili e insidiose di PM 2,5.

Il terzo intervento è del sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa, che ringrazia iRS per l’invito e presenta il suo intervento legato a darsena, bonifiche ed energia, riprendendo i temi trattati dagli esperti che lo hanno preceduto. Per quanto riguarda la darsena, il sindaco Scarpa conferma di aver avuto rassicurazione che il territorio turritano sarà interessato dalla più grande bonifica d’Europa per estensione e somme stanziate, e di poter quindi affermare che sono in corso una serie di provvedimenti volti a salvaguardare i cittadini in misura superiore a quanto non sia stato fatto negli ultimi 40 anni. «È interesse comune che le bonifiche vengano fatte presto e bene. Sono stati presentati la maggior parte dei progetti e risultano essere già stanziate importanti risorse, in particolare per quanto riguarda tre tipologie di intervento: acque di falda, suoli e Minciaredda – anche se in quest’ultimo caso fra Syndial e gli enti locali manca l’intesa sulle modalità operative -. È interesse di tutti, Eni compresa, il rimettere a disposizione della comunità i territori bonificati».

Prima degli interventi degli esponenti di iRS, parola all’assessore all’ambiente della provincia Paolo De Negri. L’assessore parla di oltre 500 milioni di euro già stanziati per le bonifiche, atto dovuto da mettere in cantiere con urgenza, alle quali chiaramente potranno partecipare le imprese sarde che possiedono i requisiti, e si sofferma sull’emergenza benzene, i cui livelli superano esageratamente i limiti consentiti, per la quale la provincia ha intrapreso le dovute attività di verifica insieme alla regione e agli altri enti. De Negri affronta il tema del temuto arrivo della nave contenente una quantità imprecisata di fok, un residuo della lavorazione dell’acetilene riclassificato nel 2005 come combustibile, che avrebbe dovuto bruciare negli stabilimenti della Polimeri Europa fra le perplessità dell’amministrazione provinciale: «Occorre chiedere misure di salvaguardia dell’ambiente, e questo non deve assolutamente essere visto come un atto contro l’occupazione ma indirizzato verso la salvaguardia del territorio. Per questo la posizione della provincia proseguirà lungo la linea della fermezza, non certo dell’ostilità».

Nella foto: un momento dell’incontro di Porto Torres

iRS Sassari prende atto con grande soddisfazione dell’ottimo successo del convegno “Turritani contro l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” organizzato sabato scorso nella sala “Filippo Canu”a Porto Torres dagli attivisti e dai simpatizzanti locali. Oltre 150 i presenti che con attenzione hanno seguito la presentazione dell’incontro, ad opera di esperti del settore, politici e rappresentanti delle istituzioni, e preso parte al dibattito finale. Moderato da Alessandro Derrù, sostenitore cittadino, il convegno ha preso il via poco prima delle 19 per concludersi dopo oltre tre ore intense di interventi, domande e considerazioni che hanno coinvolto i relatori e i presenti nella sala.
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