“Marea nera”: la popolazione offre il suo aiuto.

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La politica chiude gli accessi alle spiagge, ma i cittadini sono pronti a ripulire gli arenili.

I centri di attività di iRS Sassari, Porto Torres e Castelsardo in riferimento alla disponibilità di numerosi cittadini ad offrire la propria collaborazione per la pulizia dei litorali gravemente colpiti dallo sversamento di olio combustibile, aprono ad un momento di riflessione in merito al senso che si vuole attribuire al concetto della partecipazione dei beni collettivi.

Chiarito che per iRS l’onere della bonifica spetta ovviamente e senza alternative alle aziende colpevoli del disastro (in questo caso alla E On), non si può non apprezzare il fatto che i tanti cittadini dei comuni coinvolti hanno proposto alle istituzioni la propria collaborazione per la pulizia degli arenili.

Riportare la popolazione a “prendersi cura” dei luoghi in cui vive è una delle priorità del nostro movimento, non solo in un momento di grande emergenza come quello che stiamo vivendo in questi giorni, ma anche e sopratutto nelle situazioni ordinarie dove spesso si assiste sempre di più ad un atteggiamento di totale indifferenza nei confronti del “bene comune”.
Per questo crediamo che uno dei modi con cui i sardi possano amare concretamente la propria terra (e il proprio mare) sia quello di favorire un loro maggiore coinvolgimento verso tutte quelle iniziative pubbliche il cui obiettivo è la cura del proprio ambiente di vita.

Precisando che qualunque tipo di intervento deve ovviamente e necessariamente essere coordinato e diretto dalle autorità competenti in materia di bonifiche, risanamento e inquinamento ambientale, con conseguente ed opportuna fornitura di attrezzature ad hoc (mascherine, guanti, palette e contenitori) e di tutte le istruzioni necessarie allo svolgimento delle operazioni in totale sicurezza, sarebbe importante che le Istituzioni riconoscessero allo stesso tempo l’importanza della partecipazione attiva e volontaria dei cittadini piuttosto che inibire gli accessi agli arenili con ordinanze comunali (come già accaduto per le spiagge appartenenti ai comuni di Sassari e Porto Torres), tenendo conto del fatto che i tempi d’azione e le risorse che aziende e Istituzioni sono solite mettere in campo in certe situazioni sono spesso insufficienti alla tempestiva riparazione del danno commesso. Il tutto nel pieno rispetto delle norme che garantiscono la salute dell’individuo e con la piena consapevolezza che l’azione dovrà fermarsi là dove la semplice buona volontà non risulterà più essere sufficiente.

In un quadro che resta di conclamata emergenza, ancora una volta iRS punta l’attenzione sull’aspetto legato alla totale incompatibilità delle fabbriche del comparto industriale di Porto Torres con la vocazione turistica del nostro territorio, schierandosi apertamente e senza remore al fianco dei cittadini che volontariamente vogliono partecipare alle bonifiche e riprendere possesso dei loro spazi. La voglia di partecipare da parte delle cittadinanza è infatti sfociata in una mobilitazione spontanea, organizzata attraverso un rapido tam-tam sul web che ha dato vita ad una manifestazione di protesta e sensibilizzazione svoltasi nel pomeriggio di sabato 15 sul lungomare di Porto Torres; i cittadini infatti, estromessi dalle pratiche effettive di bonifica a causa dei protocolli di sicurezza applicati, hanno deciso di affermare in questa forma, non violenta, la volontà di essere parte attiva sul territorio.
Quanto accaduto martedì scorso è fatto gravissimo, che ha la E On come unica e prima responsabile.
Le attiviste e gli attivisti di iRS pur avendo ben chiare le responsabilità alla base di questo incidente e ben consapevoli del fatto che spetterà all’azienda rispondere del disastro ambientale ed economico non possono far altro che accogliere con favore questa manifestazione popolare, orientata alla protezione e tutela del bene comune, che non resta immobile in attesa di eventuali aiuti e che invece si propone attivamente come possibile soluzione al problema.
Priorità per iRS perciò, in queste ore,  sarà quella di incentivare la partecipazione con la formazione di un comitato popolare che possa veicolare queste energie, accogliendo le adesioni di tutti i cittadini che si sentano danneggiati da questo ennesimo incidente.

Foto 1 di Paola Rizzu
Foto 2 e 3 di Simone Maulu
Foto 4 Alessandro Derrù

Tàtari, 15 gennaio 2010

iRS Ufitziu imprenta.
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