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IL PROBLEMA.
Il governo italiano, con l'approvazione della legge 133 del 6 agosto 2008, si prepara alla reintroduzione del nucleare. La Sardegna essendo una terra non sismica, con una massiccia presenza militare e con una scarsa densità di popolazione è uno dei luoghi ottimali per la costruzione di una centrale nucleare e per lo stoccaggio di materiale radioattivo.
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LA PROPOSTA.
iRS ritiene fondamentale legiferare sul divieto di passaggio o stoccaggio di materiale radioattivo sull'intero territorio sardo e la conseguente denuclearizzazione dell'intera isola. In Sardegna abbiamo bisogno di circa 1Gw di energia; basterebbe una porzione di territorio di 6 x 7 km per raggiungere l'indipendenza energetica sfruttando l'energia solare.
Investire ora sulle energie rinnovabili significa diventare soggetti produttori ed esportatori di energia. Significa investire sulla ricerca e l'innovazione, creando così posti di lavoro, e garantire l'elaborazione di strategie economiche ed energetiche a lungo termine che metterebbero la Sardegna in una posizione privilegiata in Europa e nel mondo.
Il rinnovabile è uno dei pochi settori in costante crescita. L'UE concede finanziamenti e agevolazioni per chi investe in conoscenza e ricerca. In Sardegna siamo possessori del know-how necessario per la realizzazione di tali impianti. Vogliamo essere i fautori della rivoluzione energetica alle porte o esserne semplicemente travolti?